Giulio Savoini
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Giulio Savoini (Cressa, Novara, 29 settembre 1930) è stato un giocatore ed un allenatore di calcio nel ruolo prima di ala sinistra, poi di terzino sinistro.
Mosse i primi passi nel mondo del calcio professionistico nell'Alessandria, con cui esordì in Serie B nel campionato 1949-50, retrocedendo in Serie C, dove giocò poi altri tre campionati ottenendo la promozione nell'ultimo.
Arrivò al Lanerossi Vicenza col centravanti Testa nel 1953, grazie alla fusione della società vicentina con il colosso laniero di Schio che portò una buona liquidità nelle casse della squadra. Per il resto della sua vita legò poi il suo nome ai colori biancorossi, prima come giocatore, poi come allenatore e collaboratore tecnico.
Titolare nel primo campionato, giocò un ruolo da comprimario nel secondo, quello della promozione in Serie A, tornando ad imporsi come titolare fisso solo nel 1957-58, quando gli viene anche affidata la fascia di capitano. Proprio in quell'anno fu protagonista di un episodio curioso che ne segnò la carriera. Il 9 febbraio 1958, in occasione della trasferta a Bergamo contro l'Atalanta manca il terzino titolare Capucci e Savoini si propone scherzosamente di sostituirlo. Sceso in campo, è fra i migliori del pesante 4-2 inflitto ai nerazzurri, con le sue incursioni sulla fascia, tanto da essere riproposto come terzino d'attacco fino al termine della stagione.
L'anno successivo segna ben 10 reti, tornato alla sua posizione originaria, ma continuò ad alternare i due ruoli. Guidò il Vicenza al ruolo di provinciale di lusso, conquistando non solo ripetute salvezze ma anche ottimi piazzamenti come due sesti posti (1964 e 1966).
Infortunatosi ad un ginnocchio, terminò la carriera nel 1966 con il record assoluto di 317 presenze in maglia biancorossa. Iniziò ad allenare in provincia, dapprima all'Azzurra Sandrigo, quindi nelle giovanili del Vicenza, dagli allievi agli juniores fino alla Primavera. Entrò poi come collaboratore tecnico in prima squadra, ricoprendo per vari anni la carica di vice allenatore, fino ad essere chiamato in panchina nel 1980-81 in maniera molto frettolosa, senza poter nulla fare per salvare la squadra dalla retrocessione in Serie C1.
Rimase tuttavia nei ranghi della società, a cui è rimasto fedele per 50 anni, togliendosi una grande soddisfazione. Chiamato al difficile compito di una disperata salvezza al termine della stagione 1989-90, riesce a strappare la vittoria contro il Prato all'ultima di campionato, arrivando così allo spareggio ancora con i toscani, nuovamente battuti con la permanenza in Serie C1 per il Vicenza.