Grosseto
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Grosseto | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Toscana | ||
Provincia: | Grosseto | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 10 m s.l.m. | ||
Superficie: | 474,46 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 162 ab./km² | ||
Frazioni: | Marina di Grosseto, Principina a Mare, Montepescali, Braccagni, Istia d'Ombrone, Batignano, Alberese | ||
Comuni contigui: | Campagnatico, Castiglione della Pescaia, Gavorrano, Magliano in Toscana, Roccastrada, Scansano | ||
CAP: | 58100 | ||
Pref. tel: | 0564 | ||
Codice ISTAT: | 053011 | ||
Codice catasto: | E202 | ||
Nome abitanti: | Grossetani | ||
Santo patrono: | San Lorenzo | ||
Giorno festivo: | 10 agosto | ||
Sito istituzionale |
Grosseto è una città della Toscana di 77.000 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. È il capoluogo situato più a sud tra quelli della Toscana.
Indice |
[modifica] Geografia
La città, è posta circa 12 km dal mare (Marina di Grosseto), al centro di una pianura alluvionale denominata Maremma Toscana, risultato delle bonifiche apportate dai Lorena (XVIII - XIX secolo) e dal governo fascista (anni Venti e Trenta).
A poca distanza dalla città si trova la località di Roselle, famosa per gli scavi che hanno riportato alla luce resti della civiltà etrusca. Incomplete da tempo rimangono, invece, le terme con acqua sulfurea che scendono da Saturnia e dal Monte Amiata.
La città è sfiorata a sud dal fiume Ombrone (161 km), che nasce presso S. Gusmè, nel versante sud-orientale dei Monti del Chianti e, dopo un corso molto articolato, sfocia all'interno del Parco Naturale della Maremma, presso Principina a Mare. Dista 71 km da Siena, 133 da Livorno, 140 da Firenze, 150 km dall'Aeroporto di Fiumicino e 180 da Roma. Il Mar Tirreno, invece, lo si può trovare ad appena 12 km dalla città, a Marina di Grosseto, oppure, più o meno alla stessa distanza, a Principina a Mare.
[modifica] Il toponimo
Diversi autori nel corso dei tempi, hanno variamente chiamato il capoluogo della provincia grossetana designandola il più delle volte come Grossetum altre Crassetum, mentre taluni la denominarono Rosetum.
In ogni caso, le scritture più vetuste e più genuine, le bolle dei pontefici Innocenzo II del 1138, di Celestino II del 1143 e di Clemente III del 1188 indicarono chiaramente essere il vero nome Grossetum.
Inoltre, gli antichi Grossetani, per dimostrare la loro origine etrusca, assunsero ad emblema un grifone, mitico animale alato già in auge presso gli Etruschi; lo posero più tardi sopra uno scudo rosso per significare il partito ghibellino da essi costantemente seguito, e finalmente più tardi ancora (nel 1328) lo armarono di una spada per ricordare la eroica difesa della loro città compiuta nel settembre di quell'anno contro Lodovico il Bavaro. Questi l'aveva cinta d'assedio con un esercito, ma i grossetani l'avevano respinto e sbaragliato dopo ben 4 giorni di battaglia.
[modifica] Storia
- "Città forte. Non grande, ben murata e difesa da sei bastioni e da una rocca, con due sole porte, una che guarda la terraferma, l'altra, dalla quale si esce verso il mare"
Così il Repetti apre nel suo dizionario cartografico della Toscana l'illustrazione della città. Non pochi sono i cenni storici e le numerose vicende che hanno contraddistinto ed accompagnato la crescita di Grosseto da villaggio a città.
Le origini di Grosseto risalgono all'alto Medio Evo. Gli sporadici ritrovamenti più antichi effettuati in alcuni punti della città non sono sufficienti a provare un'origine etrusca o romana.
Sin dall'agosto 803 la chiesa di San Giorgio e molti suoi beni vennero dati in anfiteuse ad Ildebrando degli Aldobrandeschi, i cui successori furono conti della Maremma grossetana sino alla fine del XII secolo. Iniziò così il "dominio" degli Aldobrandeschi, con cui la città raggiunse la sua maggior potenza.
Un dominio vero e proprio che permise ai grossetani nel 1137, tanta era l'indipendenza del loro governo dai vicari imperiali, di non arrendersi e venire assediati dalle truppe tedesche calate in Maremma con il duca Arrigo di Baviera. Data assai importante è quella del 1138 che segnò il trasferimento a Grosseto della sede vescovile di Roselle.
Mentre si profilavano le prime idee di comune, la città prestò nel 1151 giuramento a Siena, con la quale nei primi del XII secolo stipulò accordi per la dogana del sale.
Nel 1222 gli Aldobrandeschi concessero ai cittadini la facoltà di nominare un podestà, tre consiglieri e i consoli. Nel giubilo generale l'atto di obbedienza fatto ai senesi venne ripudiato. L'invio di 3000 uomini da Siena e certe "buone maniere" ristabilirono nel settembre del 1244 fedeltà e obbedienza.
Siena sostituì così gli Aldobrandeschi fermi restando i privilegi imperiali. Ospite di Grosseto fu nel 1224 l'imperatore Federico II la cui fama di mecenate e di uomo di cultura fece "approdare" in questa terra nobili e poeti di ogni parte d'Italia.
Mentre guelfi e ghibellini si facevano guerriglia, e sebbene preso dalle lettere e dalla poesia Federico lI riuscì a smascherare la congiura di Capaccio ordita da Pandolfo di Pasanella.
Dopo la serena parentesi Umberto e Aldobrandino Aldobrandeschi, morto il padre Guglielmo, cercarono di riconquistare ai senesi i domini perduti; gli eserciti senesi però nel 1259 costrinsero alla resa la città e nominarono podestà un loro concittadino. Di nuovo libera dopo appena un anno, Grosseto combatté a fianco di Firenze nella battaglia di Monteaperti; rioccupata, devastata, scomunicata da Clemente IV, recuperata la libertà, dichiarata la repubblica con a capo Maria Scozia Tolomei, assediata da Ludovico il Bavaro e dall'antipapa Nicola V nel 1336, subì la definitiva sottomissione a Siena.
Tentativi di rivolta pestilenze tra cui quelle del 1430 e del 1527 (a cui seguì l'anno successivo una incursione del corsaro Barbarossa) caratterizzarono il periodo precedente al 1552 in cui i grossetani cacciarono gli spagnoli che presiedevano la città.
La Pace di Cateau-Cambrésis e la caduta di Siena sotto Firenze fece sì che i Medici trasformassero Grosseto in fortezza. Fu iniziata la costruzione delle mura, venne creato l'Ufficio dei Fossi, mentre prosciugamenti e reti stradali cominciarono a prendere vita. I Medici però trascurarono Grosseto e le sue terre e solo con l'avvento dei Lorena grazie a Pietro Leopoldo, la provincia di Grosseto fu separata da Siena ed ebbe podesteria e nuovi ordinamenti politici ed economici.
Dopo il Congresso di Vienna, Ferdinando III riprese la intelligente politica di risanamento della Maremma giovandosi del prezioso ministro Fossombroni. Leopoldo II continuò poi l'opera di bonifica ed i grossetani il 1 maggio 1846, gli inaugurarono sulla piazza un monumento a riconoscenza della sua sensibilità e del suo amore verso questa terra. La politica divise in seguito i grossetani daI granduca, Grosseto partecipò attivamente al Risorgimento e, partito da Firenze Leopoldo II, iniziò ad essere una delle tante piccole città italiane alla ricerca di una identità.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Grosseto attraversa attualmente (2006) una buona fase di crescita, dopo essere stata per anni il fanalino di coda della Regione, la città sembra espandersi ma senza una linea di crescita precisa. Tuttavia, il dato sul numero degli abitanti non deve trarre in inganno, infatti la superficie del comune è estremamente ampia e questo fa sì che molte frazioni e piccoli paesi ricadano sotto l'amministrazione cittadina. Un dato molto più attendibile per la città è sui 60.450 abitanti, mentre altri 17.000 circa si trovano in paesi limitrofi essendo Marina di Grosseto (2.930) e Roselle (2.921) le frazioni più popolose.
[modifica] Monumenti
[modifica] Le mura Medicee
Esaurita da tempo la loro funzione difensiva, le Mura Medicee fanno ormai parte di una visita d' obbligo per quanti giungano nella nostra città assolvendo inoltre al loro quotidiano ruolo di "verde passeggiata". Già nel XII, XIII e XIV secolo, esistevano antiche cerchia murarie, più volte distrutte e ricostruite, che furono poi sostituite dalle Mura esagonali che ancor oggi circondano il vecchio centro cittadino.Fu Francesco I nel 1574 a dare inizio ai lavori di costruzione di questa cinta, su disegno di Baldassarre Lanci; lavori che furono poi terminati 19 anni dopo, sotto Ferdinando I. Per la necessaria mano d'opera, fu fatto ricorso con apposito decreto all'impiego di condannati, prelevati da tutte le prigioni della Toscana.
Quale sommaria descrizione architettonica, possiamo osservare come ogni angolo di questo esagono avanzi con un pentagono a freccia (bastione) così come la vecchia cittadella sia protetta da una seconda fascia bastionata rivolta verso l' interno. Al vertice dei bastioni i resti dei "casini" delle guardie fanno ancora mostra di sé e, gallerie, magazzini e ridotti vari, mantengono la loro originale struttura, facendo della Fortezza, con le sue scalinate, con i suoi impiantiti a lisca di pesce, un angolo di antico mondo, di particolare suggestione. Sino al 1757 tutta la parte esterna era circondata da un fossato e da un argine di terra battuta e, escluse le piccole porticine (postierle) facilmente difendibili, vi erano due porte principali una a Nord, Porta Nuova, e una a Sud, un tempo Porta Reale ed ora Porta Vecchia. L'aspetto comunque attuale, riferito all'utilizzazione a giardini pubblici, fu opera di Leopoldo II che nel 1855 ordinò la demolizione delle torricelle e dei "casini" dando così alla struttura un aspetto meno bellico e più gentile. Anche il "casino" detto "delle palle", che era stato tramandato sino al XX secolo e all'interno del quale si trovavano degli affreschi, venne distrutto nel corso di un bombardamento.
[modifica] La cattedrale
È il più interessante monumento della città, anche se i molti restauri e rimaneggianti gli hanno tolto molto del primitivo splendore. È intitolata a S. Lorenzo, patrono di Grosseto, e sorse sul luogo della chiesa di S.Maria, esistente nel 1138, al tempo del vescovo Rolando. I lavori cominciarono verso il 1190, essendo vescovo Gualfredo; numerose furono le interruzioni, dovute soprattutto alle guerre con Siena. La facciata, per quanto in parte modificata dai restauri cinquecenteschi del Lari, ricorda lo stile romanico, specialmente nella galleria e nel rosone. Più vicino ai motivi decorativi del Rustichini è il rosone; di sua mano sono i simboli dei quattro evangelisti collocati nel cornicione inferiore, dei quali il simbolo di S. Giovanni è stato sostituito da un santo barbuto, mentre la scultura originale è attualmente posta nel primo pilastro del lato meridionale. Dello stesso Rustichini sono, nel lato meridionale, le slanciate finestre gotiche, i pilastri e la porta; questa ha gli stipiti decorati da formelle di elegante e nervosa fattura rappresentanti figure e scene di vita medioevale e l' architrave scolpito con l'immagine di Cristo tra gli evangelisti.
Allo scultore Maccari di Siena si deve l'aggiunta nel 1897 del gruppo della lunetta della porta laterale, ispirato a un gruppo di Giovanni D'Agostino. Sull'angolo destro della facciata è una colonna romana sormontata da un capitello corinzio composito, usata nel medioevo per l'affissione dei bandi. La pianta è a croce latina, secondo lo stile romanico; i pilastri, sei per lato, dividono la chiesa in tre navate, delle quali la centrale termina con un abside semicircolare: la luce entra da una serie di finestre aperte sopra il tetto delle navate laterali, dal rosone della facciata e da due finestre con vetri colorati, opera del 1400, di Girolamo di Benvenuto.
Bella è la pila dell' acqua santa posta nella prima campata di sinistra, fatta costruire dall' operaio Girolamo de' Vantaggioli nel 1506 da un anonimo scultore senese, forse autore anche della pila detta Federighi, del duomo di Siena. La base triangolare con tre putti alternati a tre stemmi (di Grosseto, dell'Opera e del donatore), sostiene lo stelo decorato da tre delfini cavalcati da tre putti, i quali sorreggono la vasca, adorna nell' esterno da ghirlande di fiori e di frutta e da uccelli, nell' interno da granchi, da rane e da pesci: nella parte mediana dello stelo è una iscrizione con la data di costruzione dell' opera. Nella seconda campata di sinistra è la vasca battesimale ottagona, ornata di festoni, sostenuta da un piedistallo, ove sono quattro stemmi, dell' Opera, di Grosseto, di Siena e del donatore, Salvatore di Lemmo di Castellammare, che la fece costruire nel 1470. La parte più alta è costituita da un tempietto ottagonale con sette nicchie occupate da santi; la cupola,disposta a palme e schematici acanti, è sormontata dalla figura del Battista. L' Opera è attribuita ad Antonio Ghini. Dello stesso autore è l' altare della Madonna delle Grazie, nella cui luna è la stupenda Annunciazione che, insieme alle altre parti decorative dell'altare, specialmente la cornice di angioli, denuncia l' influenza di Andrea Della Robbia. L'Opera fu compiuta nel 1474. L' altare maggiore di marmi intarsiati è tardo rinascimentale; nel pilastro destro è uno stucco colorato di scuola senese, del 1400, rappresentante la Madonna col Bambino: nell'abside una tela del Rustici rappresentante i SS. Carlo Borromeo e Lorenzo adoranti il Nome di Gesù. Nel transetto destro è un altare moderno, eseguito dagli scultori Jardella e Martinelli; nella luna è rappresentato Gesù nell' orto di Getsemani; l'espressivo Crocifisso, di scuola senese del 1400, fu donato dal cardinale Giuliano Cesarini che resse la diocesi di Grosseto nel 1439. Nell' antisacrestia è un ciborio marmoreo del 1500, proveniente da Castiglione della Pescaia.
[modifica] Località e frazioni
[modifica] Principina a Mare
Principina a Mare è una frazione sulla costa a pochi chilometri da Grosseto. È una località estiva, composta principalmente da case di villeggianti e poco popolata d'inverno. Oltre alle stazioni balneari, è piuttosto frequentata perché è l'ultimo insediamento prima della foce dell'ombrone e confina con il parco nazionale della Maremma. Le spiagge a sud sono infatti le classiche spiagge selvagge maremmane, che si addentrano in territori ancora paludosi verso l'Ombrone. Oltre a numerose case in affitto, Principina a Mare propone anche Hotel di alta categoria e un campeggio di categoria media.
[modifica] Marina di Grosseto
Per approfondire, vedi la voce Marina di Grosseto. |
Se dovessimo trovare per Marina di Grosseto una precisa data di nascita, potremo far risalire il suo primo "vagito" al 1793, allorché fu terminata la torre voluta da Ferdinando III di Lorena. L'ampio arenile, la vasta pineta disseminata di rosmarini, ginestre e di una ricca ed incontaminata vegetazione mediterranea, hanno fatto nel tempo il miracolo.La gente, una volta in gran parte grossetani, si è riversata in questo lembo di costa, l'antica San Rocco,che già villaggio di pescatori con i suoi capanni di falasco e con qualche casetta in muratura e le caratteristiche baracche, lusso per pochi, si è trasformata in quella Marina di Grosseto dove ville, moderni palazzi, ristoranti, banche, hanno creato una dimensione ormai cittadina. Siena, Arezzo, Firenze, Roma e tante altre città, vedono i loro abitanti riversarsi nel periodo estivo in questa ridente località. È oggi ormai un rinomato centro balneare.
[modifica] Alberese
Deviando dall'Aurelia, dopo pochi chilometri si arriva ad Alberese, oggi "sala d'aspetto" del Parco Naturale della Maremma.
L'abitato è dominato dall'imponente mole della Villa Granducale che sorge su una modesta altura ai piedi dei Monti dell'Uccellina. Il fabbricato sorse durante il periodo rinascimentale come sede dell'Ordine dei Cavalieri di Malta ed in seguito divenne proprietà dei Granduchi di Toscana che la trasformarono in fattoria in epoca settecentesca. Attigua alla villa si trova la Cappella tardo cinquecentesca che viene aperta al pubblico soltanto la mattina della domenica delle Palme per la benedizione degli ulivi; i suoi interni hanno subito una ristrutturazione nel corso del Settecento. La sua nascita come frazione, avvenne in seguito all'opera colonizzatrice che l'Opera Nazionale Combattenti, a cui erano state assegnate queste terre, confiscate dopo il 1918 ad un nobile austriaco, portò avanti con ottimi risultati. Numerose famiglie venete scesero in Maremma e seppero di anno in anno migliorare le condizioni di queste terre, completando lavori di bonifica e sviluppando iniziative nel settore agricolo, facendo di questa zona un vasto giardino.
Nonostante la presenza dell'uomo, i naturali paradisi circostanti, con il loro patrimonio faunistico e floristico, sono stati salvati ed oggi un Parco ed una legge regionale salvaguardano la conservazione ed il perdurare di queste bellezze. Mandrie brade di cavalli e buoi maremmani scorrazzano ancora per i larghi prati mentre tra i fitti boschi dei monti dell'Uccellina cinghiali e caprioli vivono indisturbati.
All'interno del Parco non si trova solo natura incontaminata; numerosi e talvolta imponenti sono i segni della presenza dell'uomo nei vari periodi. Nella preistoria furono abitate alcune grotte, come quella dello Scoglietto, che conserva tracce di frequentazione anche più recenti (età del Bronzo, età Romana) Resti etruschi (Poggio Raso) e romani (Santa Francesca, Le Frasche) sono presenti soprattutto verso Talamone e lungo l'Aurelia.
Nel cuore del Parco è invece l'Abbazia di San Rabano, uno dei monumenti medievali più suggestivi della Maremma. Infine si segnalano le torri costiere che fino all'età moderna ebbero il compito di controllare il mare dove dominava la pirateria nordafricana.
[modifica] Batignano
Anche se le notizie storiche sono scarse, l'origine antica di Batignano è comunque probabile. Ma diversamente dalla vicina Roselle, questa frazione ebbe il suo maggior impulso nel Medio Evo.
Feudo degli Aldobrandeschi prima e nel 1213 di Manto da Grosseto, ebbe una notevole importanza militare in quanto controllava lo sbocco di una strada senese sulla pianura grossetana; miniere di piombo ed argento impreziosivano la sua zona. Dopo la battaglia di Monteaperti, passata la Maremma sotto potere senese, Batignano chiese a Siena la sua protezione e nel 1276 ebbe il suo primo governo autonomo. Con l'avvento dei Lorena, dopo un periodo di dominio dei Piccolomini e dei senesi, nel 1783 fu riunita al comune di Grosseto.
Oggi Batignano è un caratteristico borgo che conserva resti di mura e di un cassero oltre ad una loggetta a tre archi che danno al paese un certo tono di antichità. Nella chiesa parrocchiale (S. Martino) di architettura romanica, fanno poi bella mostra di sé frammenti di affreschi di scuola senese.
[modifica] Braccagni
Un tempo semplice appendice della frazione di Montepescali, Braccagni ha oggi assunto una veste tutta sua che le affida un ruolo di punto nodale per la stessa economia della zona. La stazione, l'Aurelia, certe attività sviluppatesi in questi ultimi anni, nuove abitazioni, hanno creato una identità di moderno paese, destinato a continua evoluzione. L'annuale Fiera del Madonnino è una dimostrazione di come Braccagni stia rivelandosi non anacronistico borgo, ma moderno centro che con il lavoro ha saputo conseguire una precisa fisionomia grazie anche all'opera dei suoi abitanti che, attraverso iniziative come la rivista di tradizioni popolari La Sentinella del Braccagni o come la Festa del Maggio (che si svolge ogni primo Maggio), hanno saputo far rivivere culturalmentre un luogo di periferia.
Braccagni, dunque, è un paese in via di sviluppo, a pochi chilometri da Grosseto, con un cuore che sa ancora di campagna. La ferrovia e la S.S. n.1 la rendono quanto mai accessibile.
[modifica] Istia d'Ombrone
Già nell'862, Istia d'Ombrone rappresentava nella terra della Maremma un importante centro, la cui "nobiltà " era contraddistinta dall'appartenenza ai Vescovi di Roselle Grosseto.
Fu oggetto di accese lotte, che videro gli Aldobrandeschi, i Petrucci e i Piccolomini interessati al suo possesso. Data la notevole vicinanza a Grosseto, il vescovo di questa città vi stabilì per qualche tempo la sua sede ricoprendo il titolo di conte e risiedendo in quel palazzo che, intitolato a San Salvatore, venne poi dai senesi trasformato in fortezza.
Gli ancor visibili avanzi delle sue mura dimostrano come questa piccola frazione risalga ad un'età ancora più antica di quella normalmente riconosciuta. Riguardo alla sua cinta muraria, nel 1137 Arrigo duca di Baviera ne distrusse gran parte e solo più tardi i senesi provvidero a ricostruirla, rinforzandola e adottando più moderni sistemi difensivi. Con l'impoverirsi del paese, segnato dal dominio mediceo, Istia si trasformò in un modesto villaggio e la sua antica "nobiltà ", andò man mano a sparire.
Sotto il profilo artistico, nella chiesa plebana di San Salvatore, fa bella mostra di sé una pregevole scultura lignea, (scuola senese XV secolo) un quadro di Vincenzo Taninagni (1528), una Madonna con bambino di Giovanni di Paolo (XV secolo) e, ritornando alle mura, la bella porta grossetana.
Istia è un paese sino ad ieri un po' trascurato ma che non mancherà di ritornare ad avere qualche cosa di più di quel tono pittoresco che oggi lo contraddistingue. Il maestoso Ombrone, come sempre, continua a scorrere lento sotto il paese, accompagnando con la sua "voce" la vita dei suoi abitanti.
[modifica] Montepescali
La sua particolare ubicazione non ne permette una occasionale conoscenza. Posto infatti su di un colle panoramico spazia su tutta la costa e l'arcipelago toscano, sino alla Corsica.
È il "balcone della Maremma", un tempo feudo degli Aldobrandeschi, dal 1300 passato sotto Siena. Il paese, durante il dominio mediceo e dei Lorena fu concesso in feudo nel 1627 ai conti d'Elci e da questi poi ai Tolomei, ai Guadagni ed infine ai Federighi.
Ancor oggi Montepescali è circondato da mura, che conferiscono a questo centro una suggestiva immagine resa ancor più particolare dalla Torre senese, un tempo appartenente al cassero e restaurata nel 1492.
Centro agricolo, i suoi abitanti scendevano nella piana sottostante per lavorare a giornata nelle vicine tenute e fattorie. Vasti oliveti e vigneti drappeggiano il colle a simbolo di una produzione vinicola e olearia di un certo prestigio.
Nonostante la sua veste di frazione, racchiude nelle sue due chiese delle notevoli testimonianze d'arte. Nella parte alta del paese la chiesa di San Niccolò, di impianto romanico (XI secolo), conserva un importante ciclo di affreschi di scuola senese datati 1389. In tempi recenti vi è stata posta anche una grande tavola di Matteo di Giovanni (scuola senese, XV secolo) che raffigura la Madonna in trono con angeli e santi, che era in origine nell'altra chiesa, dedicata ai Santi Stefano e Lorenzo. La chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo risale al XII secolo e conserva anch'essa affreschi di scuola senese (XIV secolo). Si segnala il ricco altare in stucco (fine secolo XV) che ospitava in origine la pala di Matteo di Giovanni.
[modifica] Roselle
Roselle Città etrusca, romana e medievale, l' antica Roselle ha da sempre posseduto una tutta sua particolare attrazione. Come un po' tutte le "lucumonie" etrusche, la città venne costruita, a partire dalla fine dell'età del Ferro, su di un'altura che per la sua vista e per la sua lontananza dalla, costa offriva una indiscussa sicurezza. La povertà di notizie non ci permette di conoscere con esattezza la consistenza territoriale del suo dominio, pur tuttavia si estese anche nei confronti di Vetulonia, di cui Roselle riuscì a fagocitare buona parte dei territori. Il periodo "tardo etrusco" segnò la massima espansione anche del suo abitato, la massima fioritura sia nel commercio che nella politica. Ma nel 294 a.C. la città venne conquistata. Come riporta Livio, duemila furono gli Etruschi uccisi intorno alle mura, altrettanti i prigionieri e assai gravi le condizioni della resa. La "Lupa" prima e l' "Aquila" poi contraddistingueranno la sua storia. Mentre gli Etruschi vanno dissolvendosi nell' immenso Impero Romano, la vita tende ad estendersi a svilupparsi nella pianura, nella adiacenza di grandi arterie. Con la fine deIl'Impero, Roselle, già sede di una diocesi, nel V secolo divenne il centro medievale più importante dell'area. Il suo abbandono fu poi graduale e parallelo all'emergere del nuovo centro di Grosseto, che ereditò la sede vescovile rosellana nel 1138.
[modifica] Economia
L'economia è essenzialmente basata sul terziario legato all'attività turistica (particolarmente vivace sulla costa) e sull'agricoltura, che non presenta però caratteri moderni. Le colture maggiormente presenti sono: cereali, girasoli, ortaggi e, nella zona collinare della provincia, vitigni ed uliveti di ottima qualità (Olio delle colline maremmane, vino Morellino di Scansano, vini delle Colline di Pitigliano).
[modifica] Le tradizioni popolari
[modifica] La merca
Anche per un giusto amore verso il passato, oggi si ricercano usanze, leggende, tradizioni, quell'antica cultura, che, spesso assente dai libri ufficiali è però molto importante per riscoprire il carattere di una comunità. La "merca" ad esempio, era nel passato una vera e propria cerimonia. Durante il mese di maggio, censiti dai "bestiai", i vitelli dell'annata venivano immessi in un labirinto di mandrioli per dare poi inizio, di fronte alle autorità della città, alla merca, con la quale puledri e vitelli entravano ufficialmente nella mandria. Mentre un lungo ferro con in cima il marchio del padrone veniva arroventato, uno dei bestiai conduceva l'animale in un recinto circolare, al centro del quale stava un grosso tronco biforcuto. La bestia veniva catturata con un laccio e mentre due "bestiai" la rovesciavano a terra e la legavano, un altro, preso il ferro arroventato, la marcava a fuoco.
[modifica] Il Maggio
Comunemente a tutte le zone della provincia, anche nel Grossetano l'arrivo di maggio è sempre stato accolto con il canto di questua che ritrova le sue radici in antichi riti di fertilità di tipica tradizione contadina. Verso la fine dell'800 il canto del "Maggio" si arricchì poi di contenuti politici e sociali. Un gruppo di "Maggiolatori" o "Maggiolaioli" composto di un piccolo coro e da alcuni suonatori di fisarmonica e di altri strumenti, se ne andava, un tempo, di podere in podere, così come ancor oggi si ripete, nella notte fra il 30 aprile ed il 1 maggio. Con un abbigliamento tutto particolare, all' insegna dei colori e dei fiori, chiesto il permesso al "capoccia" il gruppo dava via alla sua cantata in ottava rima, dopodiché i mazzolini di fiori dei maggiolatori offerti alle ragazze venivano contraccambiati con uova, formaggio, vino o altri generi. " I geli son passati torna la primavera, si sente cinguettar la capinera. Con anima sincera con fede e con speranza noi si rinnova questa vecchia usanza", questi alcuni dei versi di una "maggiolata" in uso nelle zone di Roselle.
[modifica] Credenze
La credenza popolare è sempre stata d'aiuto alla medicina ufficiale, o quanto meno ha avuto una sua funzione psicologica per far sì che malato e familiari si sentissero più protetti. Quando la malaria e la terzana con le loro insistenti febbri non permettevano la guarigione del malato, questo doveva scendere un burrone assai distante dall'abitato, in un luogo dove uomini e animali non passassero. Doveva poi raccogliere un filo d'erba e legandolo ad uno sterpo, facendo il nodo, doveva così recitare ad alta voce: "Qui ti lego e ti ci lascio, ti piglierò quando ripasso". Così facendo la malattia veniva "seminata" in quel luogo in cui non si sarebbe più recato e se malaguratamente, qualcuno, uomo od animale, vi fosse passato, il male lo avrebbe colpito. Inoltre senza andare troppo indietro negli anni quando i bambini avevano la tosse canina, venivano portati lungo la sponda dell' Ombrone e fatti camminare controcorrente, in senso cioè inverso del fiume; sembra che dopo qualche "seduta" la guarigione fosse assicurata.
L'esperienza poi dei "bestiai" e dei "butteri" ha fatto sì che sempre nel Grossetano, storte e slogature, riprendendo antiche forme curative, siano ancor oggi da molti curate con la chiara dell'uovo sbattuto. Una volta ottenuta una consistente schiuma, se ne cosparge la parte dolorante e si fascia ben stretta. Considerati i risultati di oggi, questa "chiarata" è in certi casi una vera e propria panacea.
[modifica] Lo sport
Grosseto è da sempre una città di solide tradizioni sportive avendo dato i natali a grandi campioni della boxe come "Ghigo" Cortonesi, "Lollo" Polidori, Emilio Marconi, Alessandro "Professorino" Scapecchi e più recentemente ad Emanuele "Toro Maremmano" Grilli. Ma non c'è soltanto il pugilato a rendere lustro a Grosseto: la squadra di calcio, Unione Sportiva Grosseto Football Club 1912, milita in serie C1/b ed ha lanciato nel corso degli anni grandi giocatori come Carlo Zecchini,Adriano Meacci,Marco Branca,Gino Ferioli (autore in amichevole di un tunnel a Diego Armando Maradona nel 1984), Emiliano Biliotti e tanti altri nel corso della storia. Da sottolineare che nell' Unione Sportiva Grosseto ha militato il grandissimo Stefano Ferri, livornese, uno dei più grandi talenti del calcio italiano che, purtroppo, non è mai andato oltre la serie C2 a causa della miopia degli osservatori. Lo sport principale di Grosseto è il calcio con l' Unione Sportiva Grosseto che, dopo anni di permanenza nel calcio dilettante, grazie alla Presidenza di Piero Camilli è approdata al calcio professionista. Dopo aver vinto il campionato di serie C2 la Società Unionista ha partecipato per due anni consecutivi ai play off di C1, perdendo purtroppo la finale per la serie B contro il Frosinone. Al secondo posto come sport più seguito c'è il baseball grazie alle imprese del Bbc Grosseto tre volte campione d'Italia e vincitore di una Coppa Campioni e di una Coppa CEB. Nel Bbc Grosseto hanno militato o militano fior di campioni: Carlos Quintana, Richard Olsen, Beppe Massellucci, Riccardo Luongo, Tom Mutz, Jaime Navarro, Craig Stimac, Dario Borghino, Riccardo De Santis, Luca Bischeri, Jairo Ramos, Otis Green, Raffaele Gandolfi. Nel periodo 2002-2005 il manager è stato Pedro Medina, ex stella del baseball cubano.
Per i sostenitori del Grosseto Calcio sono visitabili i siti: www.usgrosseto.com(sito ufficiale) e www.forzagrosseto.com. C'è altresì da segnalare il fatto che a Grosseto esiste l'unica vera tifoseria organizzata del baseball italiano, gli Warriors.
La città è anche uno dei principali centri italiani per l'atletica leggera: lo stadio di Grosseto ha infatti ospitato i Campionati europei juniores 2001 e i Campionati mondiali juniores 2004.
Grosseto è stata sede nel 2006 dei campionati Mondiali Militari di Scherma. Tra le numerose socità sportive cittadine si annovera la Società Schermistica Grossetana, unico punto di riferimento per la scherma nel territorio provinciale.
Nella pallacanestro, invece, a Grosseto ci sono le seguenti squadre: Gorarella Basket, in C2, Pallacanestro Grosseto, in D e Basket 3000, in Promozione. L'attuale Gorarella Basket è, in qualche modo, l'erede dell'ormai inesistente A.S. Basket Grosseto che, sul finire degli anni 80, raggiunse la serie B2.
[modifica] Amministrazione
- Sindaco: Emilio Bonifazi, dal 29/05/2006.
- Comune: Ufficio Relazioni con il Pubblico numero verde 800 01.94.31, telefono 0564 488.221/414.824
- Classificazione climatica: zona D, 1550 GR/G
[modifica] Gemellaggi
- Kashiwara, Giappone;
- Montreuil (Seine-Saint-Denis) e Sainte Marie de la Mer, Francia;
- Birkirkara, Malta;
- Dimitrovgrad, Bulgaria.
- Inoltre, è gemellata, per la comunanza dei colori negli emblemi (rosso e bianco), con l'Imperiale Contrada della Giraffa , una delle diciassette contrade del Palio di Siena.
[modifica] Collegamenti esterni
- La rete civica del territorio provinciale Grosseto On Line
- Atlante Storico Topografico dei Siti di Interesse Storico del Comune di Grosseto
- Basket 3000, squadra di basket partecipante al campionato di Promozione
- Biancorossi.it è il sito ufficiale dell'Unione Sportiva Grosseto F.C. e della sua tifoseria
- Grosseto Linux Users Group
- Parco tecnologico e archeologico delle colline metallifere toscane
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