Henri Cartier-Bresson
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«Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà.»
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(Henri Cartier-Bresson)
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«Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento.»
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(Henri Cartier-Bresson)
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Henri Cartier-Bresson (22 agosto 1908, Chanteloup - 3 agosto 2004, L'Isle-sur-la-Sorgue) è stato uno dei più grandi fotografi moderni, spesso considerato il padre del fotogiornalismo.
Dopo gli studi giovanili, Henri fu presto attratto dalla pittura, grazie allo zio Louis, e comincerà i suoi studi con Jaques-Emile Blanche e André Lhote, che lo inizieranno all'ambiente dei surrealisti francesi, inizialmente disinteressato alla fotografia.
Solo più tardi, nel 1930, durante un viaggio in Costa d'Avorio, per via della sua continua ricerca di immortalare la realtà, comprò la sua prima macchina fotografica, una Leica 35mm con lente 50mm che l'accompangnerà per molti anni.
Nel 1931 lavora nel cinema come assistente del regista francese Jean Renoir e, nel 1937, firma personalmente il film Return to life.
Intanto, nel 1934, conosce David Szymin, un fotografo e intellettuale polacco, che più tardi cambierà nome in David Seymour (1911–1956). Diventano subito ottimi amici, hanno molto in comune culturalmente. Sarà Szymin a presentare al giovane Bresson un fotografo ungherese, Endré Friedmann, che verrà poi ricordato col nome di Robert Capa.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Cartier-Bresson entra nella resistenza francese, continuando a svolgere costantemente la sua attività fotografica.
Finita la guerra, ritorna al cinema e dirige il film Le Retour. Negli anni successivi è negli Stati Uniti, dove fotografa per Harper's Bazaar.
Nel 1947 fonda, insieme a Robert Capa e a David Seymour, la famosa Agenzia Magnum. Inizierà innumerevoli viaggi in cui farà molteplici reportage che gli daranno fama mondiale.
La fotografia porta Henri in molti angoli del pianeta: Cina, Messico, Canada, Stati Uniti, Cuba, India, Giappone, Unione Sovietica e molti altri paesi. Cartier-Bresson divenne il primo fotografo occidentale che fotografava liberamente nell'Unione Sovietica del dopo-guerra. Nel 1968, Henri Cartier-Bresson inizia gradualmente a ridurre la sua attività fotografica per dedicarsi al suo primo amore artistico: la pittura.
Nel 1979 viene organizzata a New York una mostra tributo al genio del fotogiornalismo e del reportage.
Muore a Céreste, (Alpes-de-Haute-Provence, Francia) nel 2004, all'età di 95 anni.
Nella sua carriera ha anche ritratto personalità importanti in tutti i campi; Balthus, Albert Camus, Truman Capote, Coco Chanel, Marcel Duchamp, William Faulkner, Mahatma Gandhi, John Huston, Martin Luther King, Henri Matisse, Marilyn Monroe, Richard Nixon, Robert Oppenheimer, Jean-Paul Sartre ed Igor Stravinsky.
Indice |
[modifica] Bibliografia
Il libro più famoso di Cartier Bresson è The decisive moment (Il momento decisivo), Simon e Schuster, New York. Il titolo nella versione francese è Images à la sauvette. Scritto nel 1952, oltre a contenere una raccolta di talune delle foto più note del fotografo, descrive il modo stesso di fare fotografia di Cartier-Bresson. L'autore si occupa del reportage fotografico, del soggetto, della composizione, del colore, della tecnica, dei clienti.
Pierre Assouline ha inoltre pubblicato una biografia di Henri Cartier-Bresson, tradotta anche in italiano: Henri Cartier-Bresson. Biografia di uno sguardo, Photology, 2006.
[modifica] Reportages
- Da una Cina all'altra (1952)
- Danza a Bali (1954)
- Mosca (1954)
- Delitti Flagranti (1969)
- Viva la Francia (1970)
- L'Uomo e la Macchina e il Volto dell'Asia (1972)
[modifica] Collegamenti esterni
- (FR) Fondazione Henri Cartier-Bresson
- (EN) Tête à Tête: Ritratti di Henri Cartier-Bresson
- (NL) Henri Cartier-Bresson / Quando la fotografia diventa arte
[modifica] Altri progetti
- Commons contiene file multimediali su Henri Cartier-Bresson
- Wikiquote contiene citazioni di o su Henri Cartier-Bresson