I Socialisti
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I Socialisti | |
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Partito politico italiano | |
Leader | Saverio Zavettieri |
Fondazione | 7 febbraio 2006 |
Sede | |
Coalizione | L'Unione |
Ideologia | Socialismo liberale |
In Parlamento | nessun rappresentante |
Partito europeo | nessuno |
Organo ufficiale | nessuno |
Sito internet | www.socialisti.net |
I Socialisti è il nome di un partito politico italiano, nato il 7 febbraio 2006, in seguito ad una scissione interna al Nuovo PSI.
Presidente del Partito è Saverio Zavettieri.
I Socialisti nascono dopo una burrascosa discussione interna al Nuovo PSI sulla proposta di Bobo Craxi di dichiarare conclusa l'esperienza del partito all'interno della Casa delle Libertà e con i governi di centrodestra del quinquennio 2001-2006.
L'obiettivo è quello di portare il partito nello schieramento di centrosinistra, L'Unione, guidato da Romano Prodi. Tale linea viene avanzata in un congresso di partito nell'ottobre 2005 (vedi Il congresso della discordia), poi dichiarato irregolare.
Dopo una contesa sulla legittima appartenenza del simbolo tra Craxi e Gianni De Michelis, segretario del Nuovo PSI, che affida la titolarità del partito a quest'ultimo, i sostenitori dell'approdo nel centrosinistra optano per la via della scissione.
Tra gli altri esponenti, ci sono Saverio Zavettieri e Francesco Crinò, co-firmatari della mozione Craxi e leader della forte componente calabrese, e il siciliano Vincenzo Milioto.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Il simbolo alle Politiche 2006
In vista delle elezioni politiche del 2006, i Socialisti (a causa delle difficoltà a raggiungere la soglia di sbarramento del 2%), dopo aver celebrato il loro ingresso ne L'Unione, dapprima valutano la possibilità di confluire nella lista unitaria de L'Ulivo (costituita dall'asse maggioritario della coalizione DS-Margherita) ma, in via definitiva, deliberano di presentare il proprio simbolo sia alla Camera sia al Senato.
Al momento della presentazione delle liste, però, il Ministero dell'Interno ricusa il simbolo presentato dai Socialisti prendendo di mira il garofano (troppo simile a quello del Nuovo PSI) e la presenza del nome "Craxi", associabile al noto personaggio politico e premier italiano del passato. Così il partito presenta il suo nuovo simbolo, dove viene accorciato il gambo del garofano ed eliminata la scritta "Craxi". Soltanto a questo punto la commissione elettorale riammette il marchio.
[modifica] Il difficile esordio
Intanto, Bobo Craxi stringe un'alleanza con i DS, che gli offrono il cosiddetto "diritto di tribuna parlamentare", candidandolo nel listone dell'Ulivo nel collegio Lombardia 3, al nono posto della lista bloccata. Craxi, però, non viene eletto perché l'Ulivo si aggiudica soltanto 6 seggi.
Ma la situazione si presenta difficile per tutto il movimento dei Socialisti che, all'indomani delle elezioni, si ritrova con un risultato poco incoraggiante: 115 mila voti alla Camera (0,3%) e 126 mila al Senato (0,4%).
I Socialisti non superano nemmeno lo sbarramento regionale del 3% al Senato in Calabria (ottengono il 2,8%), dove sfuma l'elezione del capolista Saverio Zavettieri. Oltre al dato della Calabria appare significativo il dato della Puglia (2%) e della Basilicata (1,5%). Nel resto delle regioni è dovunque sotto l'1%. Il dato è meno drammatico se confrontato con i risultati degli ex-compagni separati del Nuovo PSI di De Michelis che, alleati con la Nuova DC di Gianfranco Rotondi, superano di poco lo 0,5% a livello nazionale.
[modifica] Craxi sottosegretario
I Socialisti attraversano un ulteriore momento problematico all'indomani delle elezioni politiche. Sebbene facciano parte della coalizione vincente di Romano Prodi, che riceve l'incarico di formare il nuovo governo, non hanno eletto esponenti parlamentari. Pertanto Zavatteri chiede agli alleati di inserire nel governo gli ex parlamentari Crinò e Milioto, che si erano candidati solo nelle liste del partito, e di consentire invece l'ingresso di Bobo Craxi, che era risultato tra i non eletti della lista dell'Ulivo, alla Camera.
Prodi, però, non accetta questa proposta: Craxi resta fuori dalla Camera, ma viene nominato sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri guidato da Massimo D'Alema, come unico rappresentante istituzionale dei Socialisti. A seguito di questi eventi vi sono forti malumori interni.
[modifica] Le elezioni amministrative del 2006
Il neonato movimento partecipa alle elezioni amministrative in tutta Italia nell'ambito dell'Unione, riscuotendo dati simili a quelli delle recenti Politiche. Facendo il punto in Calabria, a Catanzaro presenta una lista unitaria con lo SDI che raggiunge il 5,3% ed elegge un rappresentante all'opposizione; a Crotone il risultato è del 2,4% con un consigliere eletto nella maggioranza; niente da fare a Cosenza dove i Socialisti si fermano all'1,5% surclassati dal 15% della Rosa nel Pugno che esprimeva un proprio candidato a sindaco alternativo.
A questi si aggiunge il caso di Milano dove I Socialisti hanno sostenuto la Lista Ferrante nell'ambito del centro-sinistra candidando Piero Scialpi (primo dei non eletti della lista), mentre Bobo Craxi, a titolo personale, ha sostenuto una lista con i Liberaldemocratici a sostegno di Ambrogio Crespi, fratello del sondaggista Luigi, candidatosi fuori dai poli. La scelta di Bobo ha compromesso l'elezione di Piero Scialpi a Palazzo Marino, aprendo un'aspra divisione tra il segretario regionale Nuccio Abbondanza e lo stesso Bobo Craxi.
[modifica] Le perplessità nei confronti del Partito Democratico
I Socialisti, nonsotante l'ingresso di Craxi nell'esecutivo nazionale, hanno molte perplessità sul futuro Partito Democratico, che dovrebbe prendere corpo nell'ambito del centrosinistra a partire dalla fusione dei due partiti maggiori, i Democratici di Sinistra e La Margherita, e che vedrebbe il socialismo italiano in una posizione subordinata e minoritaria. Molti esponenti di primo piano de I Socialisti preferirebbero un Partito del Socialismo Europeo, capace di proporsi come forza di governo laica e riformista.
[modifica] Risultati elettorali
Immagine:Isocialisti.gif – I Socialisti alle Elezioni Politiche | ||||
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Elezione | Parlamento | Voti | % | Seggi |
2006 | Camera Senato |
115.105 126.625 |
0,3 0,4 |
0 0 |