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Pablo Neruda - Wikipedia

Pablo Neruda

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Pablo Neruda nel 1966
Pablo Neruda nel 1966
Medaglia del Premio Nobel Nobel per la letteratura 1971

Pablo Neruda, (Parral, 12 luglio 1904Santiago, 23 settembre 1973) poeta cileno, viene considerato una delle più importanti figure della letteratura latino americana contemporanea.

Il suo vero nome era Neftalí Reyes Basoalto (per esteso, Ricardo Eliezer - o Eliecer - Neftalí Reyes Basoalto). Usava l'appellativo d'arte Pablo Neruda (dallo scrittore e poeta ceco Jan Neruda) che in seguito gli fu riconosciuto anche a livello legale. È stato insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura.

Ha altresì ricoperto per il proprio Paese incarichi di primo piano diplomatici e politici.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] I primi anni

Neruda nella sede della Biblioteca del Congresso nel 1966
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Neruda nella sede della Biblioteca del Congresso nel 1966

Nacque a Parral, in Cile, cittadina a circa 300 km dalla capitale del Paese, Santiago, da un impiegato delle ferrovie e da una insegnante che lo lasciò orfano a soli due mesi dal parto. Conclusasi la tragedia, si trasferì con il padre a Temuco dove, dalle nuove nozze del genitore, nove anni dopo nacque il fratellastro Rodolfo. Il giovane Neruda, soprannominato Neftalì dal secondo nome della madre, dimostrò un interesse per la scrittura e la letteratura, avversato in questo dal padre ma incoraggiato dalla futura vincitrice del Premio Nobel Gabriela Mistral, che sarà sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica del poeta. Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore fu l'articolo "Entusiasmo y perseverancia", pubblicato ad appena 13 anni sul giornale locale "La Mañana". Nel 1920 iniziò ad utilizzare per le sue pubblicazioni lo pseudonimo di Pablo Neruda, con cui è tutt'oggi pressoché esclusivamente conosciuto.

L'anno successivo, il 1921, si trasferì a Santiago per studiare la lingua francese alla locale università e con l'intenzione iniziale di praticare in seguito l'insegnamento, idea ben presto abbandonata per dedicare integralmente la sua vita alla poesia.

Nel 1923 pubblicò il suo primo volume in versi, Crepusculario, che ricevette elogi da scrittori come Alone, Raúl Silva Castro e Pedro Prado, seguito, a distanza di un anno, da Veinte poemas de amor y una canción desesperada, una raccolta di poesie d'amore, di stile modernista, e di contenuto spiccatamente erotico, soprattutto per i canoni dell'epoca, cosa che spinse alcuni a rifiutarlo, o ad accettarlo solo con riserva. Nonostante le polemiche, il libro venne tradotto in molte lingue, ed entro la fine della decade vendette milioni di copie in tutto il mondo, rendendo l'autore universalmente noto. È tuttora una delle sue opere maggiormente apprezzate dai più.

Successivamente, si manifesta un proposito di rinnovamento formale, d'intenzione avanguardista, visibile in tre brevi libri pubblicati nel 1926: El habitante y su esperanza, Anillos (in collaborazione con Tomás Lagos, scrittore ed amico) e Tentativa del hombre infinito.

[modifica] Gli incarichi diplomatici

Per quanto la fama di Neruda fosse ormai considerevole, questi si ritrovò improvvisamente in una condizione di povertà che lo costrinse ad accettare nel 1927 un incarico di console onorario nel Sudest asiatico, a Rangoon in Birmania, seguito da altri a Ceylon, a Giava e Singapore. Sull'isola di Giava si sposò con una impiegata di banca di nazionalità olandese, Maryka Antonieta Hagenaar Vogelzang.

Durante i suoi incarichi diplomatici, Neruda riuscì a comporre un gran numero di poesie, sperimentando varie forme poetiche tra cui quelle surrealistiche che si possono trovare nei primi due volumi di Residencia en la tierra che risalgono a questo periodo.

Prima di ritornare in Cile, ottenne altre destinazioni diplomatiche, dapprima a Buenos Aires, quindi a Barcellona, in Spagna, dove in seguito sostituì Gabriela Mistral nella carica di console a Madrid. In questo periodo fece la conoscenza di altri famosi scrittori come Rafael Alberti, Federico García Lorca e il poeta peruviano César Vallejo. Durante la sua permanenza nella capitale spagnola nacque anche la figlia Malva Marina Trinidad, che era però affetta da idroencefalite, orribile malattia che ne provocò, purtroppo, la morte in tenera età. Sarà proprio lo stato di frustrante prostrazione ed incurabilità di quella che è poi l'unica figlia mai avuta dal poeta nell'intero corso della sua esistenza la causa vera dei dissapori sempre più insopprimibili che portarono ad una crisi familiare con la Hagenaar, crisi che giunse a pieno compimento allorquando sfociò nella frequentazione da parte del poeta con un'altra donna, argentina, di nome Delia del Carril, di vent'anni più anziana di lui. Appassionata fautrice del comunismo, è lei, va detto, ad indirizzare l'iniziale tendenza anarco-individualista di Neruda verso gli ideali marxisti.

[modifica] Il comunismo

L'abbraccio delle idee comuniste e di solidarietà civile trova ulteriore humus per Neruda anche nella repulsione da lui provata nei confronti dei soprusi compiuti dai fascisti di Francisco Franco durante gli anni della guerra civile spagnola. La sua "svolta a sinistra" fu ancora più decisa dopo la barbara uccisione, da parte delle forze del generale Franco, di Federico Garcia Lorca, che era divenuto anche amico personale di Neruda: il suo appoggio al fronte repubblicano, che si opponeva alla allora nascente dittatura franchista, fu totale, sia nei discorsi che negli scritti, come, ad illuminante esempio, la raccolta di poesie España en el corazón.

In seguito all'elezione a presidente del Cile di Pedro Aguirre Cerda nel 1938, di cui Neruda era stato un sostenitore, il poeta ricevette l'incarico di riuscire a far evacuare dai campi profughi francesi 2.000 esiliati spagnoli, per i quali organizzò un trasferimento via mare in Cile, utlizzando la nave Winnipeg. In questa occasione gli venne rimproverato di aver privilegiato gli sfollati di fede comunista a scapito degli altri, anche se sembra che la scelta sulle persone da imbarcare sia stata fatta principalmente dal presidente della repubblica spagnola in esilio, Juan Negrín. L'inconsistenza di queste rimostranze è poi ulteriormente dimostrata dal grande affetto con cui, ancora oggi, è largamente ricordato per tale episodio da una amplissima fascia della popolazione iberica.

Tra il 1940 e il 1943 gli venne assegnato l'incarico di console generale a Città del Messico e fu in questi anni che richiese il divorzio dalla prima moglie olandese, sposandosi con Delia del Carril e apprendendo anche che la figlia era morta a soli 8 anni nei territori occupati dei Paesi Bassi.

Dopo il tentativo di omicidio di Leon Trotsky del 1940, per cercare di salvarlo dalle conseguenze dell'accusa di essere uno dei cospiratori, aiutò il pittore messicano David Alfaro Siqueiros ad ottenere un visto di ingresso per il Cile, ospitandolo nella sua residenza privata ed ottenendone in cambio un murale dipinto nella scuola di Chillán.

Nel 1943, durante il viaggio di ritorno a casa, si fermò in Perù, esplorando il Machu Picchu, e rimanendo particolarmente colpito dalla città degli Inca, cosa che gli ispirò, nel 1945, la scrittura di Alturas de Macchu Picchu, un poema in 12 parti sulla colonizzazione di questa zona. Lo stesso argomento ispirò anche Canto general, pubblicato nel 1950, il quale contieni anche fortissimi accenti polemici contro il così detto imperialismo statunitense, che sfocia in quelle che oggi verrebbero definite tematiche no-global. Valgano per tutte, a questo proposito, le sue invettive contro gli abusi di industrie USA come la Coca-Cola.

Negli anni successivi, aumentò la sua ammirazione per l'Unione Sovietica - anche per il ruolo decisivo svolto nella definitiva sconfitta del nazismo - e per il suo leader Josif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin, celebrato alla sua morte nel 1953 da una composizione a lui dedicata. Va però altresì evidenziato come le rivelazioni successive sul culto della personalità coltivato dal dittatore russo e sulla sua partecipazione alle cruente purghe del periodo spinsero Neruda a cambiare opinione e a ripudiare la composizione menzionata. Nelle sue memorie si dispiacerà di aver contribuito alla creazione di un'impressione generale errata su Stalin, portando a sua scusante il fatto che solo a partire dal celebre discorso di Nikita Khruščёv, successore di Stalin, durante il XX congresso del partito comunista sovietico che si tenne a Mosca nel Febbraio del 1956, era stata svelata al Mondo la realtà degli orrori dello stalinismo. L'errore di valutazione nei confronti di Stalin lo portò a guardare con un occhio sospettoso anche il comunismo cinese, che conobbe nel 1957, temendo la ripetizione degli stessi errori anche nei confronti di Mao Tse-Tung. Nonostante le disillusioni, Neruda rimase comunque sempre fedele alle sue convinzioni comuniste e, criticato da molti detrattori, non si espose mai ad una condanna pubblica nei confronti della politica sovietica repressiva nei confronti degli intellettuali dissidenti del tempo Boris Pasternak e Joseph Brodsky.

[modifica] La politica in Cile

Il 4 marzo 1945 ottenne la sua prima nomina ufficiale come senatore in seno al partito comunista delle province nordorientali del Cile di Antofagasta e Tarapacá, situate nell'inospitale deserto di Atacama, e pochi mesi dopo prese la tessera del Partito Comunista cileno.

L'anno seguente, il candidato ufficiale del Partito Radicale cileno per le elezioni presidenziali, Gabriel González Videla, gli chiese di assumere la direzione della sua campagna elettorale. A questo incarico il poeta si dedicò con fervore, contribuendo alla sua nomina a presidente, ma rimanendone deluso per il ripudio che Videla, con inaspettato voltafaccia, ad elezione avvenuta, compì nei confronti proprio del Partito comunista. Il punto di non ritorno nel rapporto tra Neruda e Videla fu la violenta repressione con cui quest'ultimo colpì i minatori in sciopero nella regione di Bío-Bío, a Lota, dell'ottobre 1947. I manifestanti vennero imprigionati in carceri militari e in campi di concentramento nei pressi della città di Pisagua. La disapprovazione di Neruda giunse all'apogeo con un drammatico discorso tenuto il 6 gennaio 1948 davanti al senato cileno, chiamato in seguito "Yo acuso", in cui lesse all'assemblea l'elenco dei minatori tenuti prigionieri.

[modifica] L'esilio

La reazione da parte di Videla fu l'emanazione di un ordine d'arresto contro Neruda, per sottrarsi al quale il poeta si vide costretto ad intraprendere un duro periodo - 13 mesi - di fuga, nascosto da amici e compagni. Inoltre, Videla promulgò anche la così detta "Ley de Defensa Permenente de la Democracia" (dai detrattori soprannominata invece "Ley maldida"), in base alla quale il Partito Comunista cileno venne dichiarato fuorilegge e oltre 26.000 persone iscritte vennero cancellate dalle liste elettorali, mentre i loro rappresentanti eletti venivano naturalmente fatti decadere dalle cariche: pertanto, anche Neruda si trovò a non essere più membro del Parlamento.

Questo periodo di latitanza cessò nel marzo del 1949, quando il poeta riuscì a rifugiarsi in Argentina dopo una avventurosa attraversata delle Ande; di questa fuga fece un resoconto dettagliato in occasione del suo discorso di ringraziamento tenuto durante la cerimonia di consegna del Premio Nobel.

Nel suo esilio, durato tre anni, conobbe a Buenos Aires il futuro Premio Nobel e novellista Miguel Ángel Asturias, che ricopriva la carica di attaché culturale per il Guatemala, e che riuscì a procurargli un passaporto grazie al quale Neruda poté abbandonare l'Argentina. In virtù di questo, e dell'aiuto ricevuto da Pablo Picasso, Neruda riuscì ad arrivare a Parigi, compiendo una apparizione a sorpresa al "Congresso Mondiale dei Partigiani della Pace", clamorosa in quanto, nel frattempo, il governo cileno non aveva fatto altro che continuare a negare che il poeta avesse lasciato il territorio natio.

Furono, quelli dell'esilio, anche anni di numerosi viaggi: in Europa, India, Cina, URSS e Messico. Proprio in quest'ultimo Stato, Neruda venne colpito da un serio attacco di flebite, strascico delle lunghe costrizioni in luoghi molto angusti cui l'aveva obbligato la latitanza; durante il periodo di cure, conobbe una cantante cilena, Matilde Urrutia, con cui iniziò una relazione destinata a culminare anni dopo nel suo terzo matrimonio.

Il periodo messicano fu anche quello della pubblicazione del poema Canto General, iniziato anni prima in Cile e portato con sé durante la fuga, in cui vengono descritte storia, geografia, flora e fauna del Sudamerica. È interessante aggiungere che una versione più breve del manoscritto era stata pubblicata già alcuni mesi prima, in Cile, sulla base di versioni dei testi rimaste in Patria, a cura proprio di quel Partito Comunista allora in clandestinità a causa della già ricordata "Ley de defensa" voluta da Videla.

Nel 1952, Neruda visse per un periodo in una villa messagli a disposizione da Edwin Cerio a Capri; tale episodio venne in seguito rappresentato da Massimo Troisi nel suo film Il postino (1994), con Philippe Noiret nelle vesti del poeta cileno, e diretto dal regista Michael Radford. La pellicola è liberamente ispirata al romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skarmeta.

Dopo il soggiorno a Capri, Neruda si sposta a Sant'Angelo d'Ischia, dove vive dal gennaio alla fine di giugno del '52.

[modifica] Il ritorno in patria

Nel 1952, il governo del dittatore Videla era ormai al termine, distrutto anche da numerosi scandali per corruzione, e il Partito Socialista presentò la candidatura a nuovo presidente di Salvador Allende, richiedendo contemporaneamente la presenza in patria del suo letterato più illustre al fine di avallarne al meglio l'investitura.

Neruda tornò in Cile in agosto, ritrovando anche provvisoriamente la moglie Delia del Carril, ma il matrimonio era ormai destinato al naufragio grazie anche alla nuova relazione iniziata in Messico. Di conseguenza, nel 1955, Delia lo lasciò per fare ritorno in Europa.

Tuttavia, l'abbandono di Delia non coincise assolutamente con uno scemare dell'impegno comunista di Neruda. Pur alimentando la sua fama di poeta con nuovi libri che lo portano a rafforzare la propria notorietà universale - come del resto testimoniano le traduzioni dei suoi testi già allora operate in pressoché tutte le maggiori lingue del mondo - Neruda contemporaneamente non trascurò affatto di levare alta anche la sua voce di politico, specie per esprimere la condanna degli Stati Uniti ai tempi della crisi dei missili di Cuba e, ancora dopo, nei confronti della guerra del Vietnam. Con questo suo comportamento si attirò gli strali delle parti più conservatrici degli USA, e il Congress for Cultural Freedom, organizzazione dietro la quale in realtà si celava la CIA, il servizio di controspionaggio statunitense purtroppo noto, e non solo in questo caso, più che per meriti, per le sue attività di falsificazione e disinformazione, cercò di minare in ogni modo la credibilità e la reputazione del poeta, citando ad esempio il comportamento di questi nel caso del tentato assassinio di Trotsky del 1940.

Questa campagna si calmò solo nel 1964, quando venne ventilata la possibilità di insignire Neruda del Premio Nobel e fu chiaro che l'unica alternativa a questa candidatura sarebbe stata per un personaggio ancora più scomodo per i conservatori statunitensi, Jean-Paul Sartre.

Nel 1966, Neruda fu invitato a New York per una conferenza internazionale dell'associazione degli scrittori, ma Arthur Miller, organizzatore dell'evento incontrò numerosi ostacoli e dovette fare notevoli pressioni sull'amministrazione Johnson sia per riuscire a far ottenere un visto d'entrata negli Stati Uniti per il poeta, a causa della appartenenza di quest'ultimo al Partito Comunista, sia per la presenza di tanti letterati provenienti anche da oltre la cosiddetta cortina di ferro. Proprio per le caratteristiche appena ricordate, questo convegno venne in seguito considerato dallo scrittore messicano Carlos Fuentes come uno dei primi passi verso la fine della Guerra Fredda. A lavori conclusi, Neruda effettuò, per la Biblioteca del Congresso, delle registrazioni audio di alcune delle sue composizioni.

Durante il viaggio di ritorno in patria, il poeta fece una sosta in Perù, dove venne accolto con tutti gli onori dal presidente Fernando Belaúnde Terry, creando però un incidente diplomatico con Cuba. Dato che in quegli anni i rapporto tra il paese andino e l'isola governata da Fidel Castro erano alquanto tesi a causa delle differenze politiche, il poeta venne accusato dagli intellettuali cubani di essere un revisionista al soldo degli Yankees. La cosa, oltre ad impedire ulteriori visite di Neruda all'isola caraibica sino al 1968, rattristò altresì enormemente il poeta, il quale, nella propria autobiografia Confesso che ho vissuto critica ferocemente l'atteggiamento bigotto di questi intellettuali, definendo il loro gesto un colpo gratuito alla schiena. Va ricordato, a chiusa di questo episodio, che nel 1967, alla morte di Ernesto Che Guevara in Bolivia, egli scrisse numerosi articoli sulla perdita del "grande eroe della rivoluzione", dalla cui stima era del resto ricambiato, come testimonia la composizione, da parte di Guevara, perfino di un piccolo saggio elogiativo sul libro di Neruda Canto Generale.

[modifica] Gli ultimi anni

Nel 1970, Neruda fu indicato come uno dei candidati alla carica di presidente della repubblica cilena, ma si ritirò dalla competizione elettorale appoggiando nuovamente Salvador Allende, e aiutandolo a divenire il primo presidente socialista democraticamente eletto in Cile. Per circa due anni e mezzo riprese allora la carriera diplomatica presso la sede di Parigi, da cui dovette però fare ritorno a causa delle sue cagionevoli condizioni di salute.

Il 21 ottobre 1971, ottenne, terzo scrittore dell'America Latina dopo Gabriela Mistral nel 1945 e Miguel Ángel Asturias nel 1967, il Premio Nobel per la letteratura. Al suo primo ritorno in patria l'anno successivo venne trionfalmente accolto in una manifestazione che si tenne presso lo stadio di Santiago.

Di questi anni sono anche le sue ultime pubblicazioni in vita, La espada encendida e Las piedras del cielo, edite durante il suo soggiorno parigino.

Fece anche in tempo, prima di morire il 23 settembre 1973 per un cancro alla prostata, a vedere il disfacimento di questo primo governo democratico cileno e ad assistere al colpo di stato del generale Augusto Pinochet avvenuto il 11 settembre dello stesso anno. Consumatosi il violento atto, i militari cominceranno a tartassarlo con totalmente arbitrarie perquisizioni, eseguite per ordine diretto del generale golpista; durante una di tali perquisizioni, viene riportato che Neruda disse agli uomini armati "Guardatevi in giro, c'è una sola forma di pericolo per voi qui; la poesia".

Il suo funerale, dopo il decesso in una clinica di Santiago, fu anche uno dei primissimi momenti di eroica opposizione alla dittatura, poiché avvenne nonostante la presenza ostile e intimidatoria dei militari a mitra spianato che guardavano a vista i partecipanti, come testimonia un filmato clandestino girato all'epoca. Fu, inoltre, un gesto di solidarietà, e di ribellione contro l'ultimo sfregio nei confronti del poeta, compiuto mentre questi inerme giaceva nel letto d'ospedale in cui sarebbe morto: la devastazione, sempre per ordine di pinochet, delle sue proprietà.

L'ultima moglie pubblicò postuma l'autobiografia su cui Neruda aveva lavorato sino al giorno antecedente la sua dipartita, suscitando il risentimento di Pinochet, non ultimo perché, in tale autobiografia, Neruda non mancava di smascherare spietatamente la brutalità della dittatura. Anche di Matilde Urrutia venne pubblicata, nel 1986, un'autobiografia, sulla parte della propria esistenza trascorsa con il poeta, dal titolo Mi vida junto a Pablo Neruda; nel 1990, dopo la restaurazione della democrazia, vennero finalmente riabilitate e rimesse in commercio in Patria le opere del poeta.

Le tre abitazioni possedute da Neruda in Cile, La Chascona a Santiago, La Sebastiana a Valparaiso, e la Casa de Isla Negra sono oggi state trasformate in musei gestiti dalla Fondazione Neruda, gestione che è però attualmente al centro di numerose critiche in quanto non avrebbe rispettato lo spirito originario indicato dallo stesso Neruda allorquando concepì l'idea di creare una Fondazione per lo sviluppo dell'arte e della poesia, e per aver investito buona parte dei suoi proventi a favore di personaggi fortemente compromessi con la dittatura di Pinochet, come segnalato da varie inchieste giornalistiche, tra le quali quelle del messicano Mario Casasús.

[modifica] Onorificenze

Oltre al già citato Premio Nobel, durante la sua vita Neruda venne insignito anche nel 1953 del Premio Stalin, onorificenza sovietica, e di una laurea honoris causa dall'Università di Oxford nel 1965.

[modifica] Opere

[modifica] Bibliografia essenziale

  • 1923 Crepusculario
  • 1924 Veinte poemas de amor y una canción desesperada
  • 1933 Residencia en la tierra
  • 1937 España en el corazón
  • 1950 Canto General
  • 1953 Los Versos del Capitán
  • 1954 Las Úvas y el Viento
  • 1960 Las piedras de Chile
  • 1964 Memorial de Isla Negra
  • 1970 Las piedras del cielo
  • 1973 Confieso que he vivido (Autobiografia)

España en el corazón venne stampato nel '35, in piena guerra civile, dai soldati repubblicani, con carta da loro stessi prodotta, edizioni Ejercito del Este.


Tra le traduzioni ed edizioni italiane, degne di particolare nota sono:

  • un'antologia, Poesie, che venne pubblicata da Einaudi nel 1952, con traduzione di Salvatore Quasimodo e illustrazioni di Renato Guttuso, pittore che fu anche amico personale di Neruda.
  • "Los versos del Capitán", nella loro duplice uscita: nel 1952, per una sottoscrizione tra amici con l'avallo dallo stesso Neruda, presso Arte Tipografica, e nel 2002, in occasione del cinquantenario del libro, sempre presso Arte Tipografica.
  • Le meritorie prime traduzioni compiute da Dario Puccini.

[modifica] Pubblicate in vita

  • Crepuscolario, Santiago, Ediciones Claridad, 1923; edizione definitiva, Santiago, Nascimento 1924
  • Veinte poemas de amor y una canciòn desesperada, Santiago, Nascimento 1924; versione definitiva Santiago, Nascimento, 1932.
  • Tentativa del hombre infinito, Santiago, Nascimento, 1933.
  • El habitante y su esperanza, Santiago, Nascimento, 1926, prosa.
  • Anillos, Santiago, Nascimento, 1926, prosa, in collaborazione con il suo amico scrittore Tomás Lago.
  • El hondero entusiasta, Santiago, Empresa Letras, 1933.
  • Residencia en la tierra (1925-1931), Santiago, Nascimento 1933.
  • Residencia en la tierra (1925-1935), Spagna, Madrid, Cruz y Raya, 1935, 2 volumi.
  • España en el corazòn, Santiago, Ercilla, 1937
  • Las furias y las penas, Santiago, Nascimento, 1939
  • Tercera residencia (1935-1945), Argentina, Buenos Aires, Losada 1947; per la sezione IV, España en el corazòn, vedi sopra
  • Alturas de Macchu Picchu. Santiago, Ediciones de Libreria Neira, 1947.
  • Canto general, Messico, Talleres Gráficos de la Nación, 1950.
  • Los versos del capitán, Italia, Napoli, Arte Tipografica, 1952.
  • Todo el amor, Santiago, Nascimento, 1953
  • Las uvas y el viento, Santiago, Nascimento, 1954.
  • Odas elementales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1954.
  • Viajes, Santiago, Nascimento, 1955
  • Nuevas odas elementales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1956.
  • Tercer libro de las odas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1957.
  • Estravagario, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1958.
  • Navegaciones y regresos, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1959.
  • Cien sonetos de amor, Santiago, Ed. Universitaria, 1959.
  • Canción de gesta, Cuba, La Habana, Imprenta Nacional de Cuba, 1960.
  • Las piedras de Chile, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1961.
  • Cantos cerimoniales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1961.
  • Plenos poderes, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1962.
  • Sumario. Libro donde nace la lluvia, Italia, Alpignano, Tallone, 1963.
  • Memorial de Isla Negra, Argentina, Buenos Aires, Losada 1964, 5 volumi, il primo costituito dall'opera precedente.
  • Arte de pàjaros, Santiago, Ediciones Sociedad de Amigos del Arte contemporáneo, 1966, illustrato.
  • Una casa en la arena, Spagna, Barcellona, Lumen, 1966
  • Fulgor y muerte de Joaquín Murieta, Santiago, Zig-Zag, 1967, opera teatrale
  • La barcarola, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1967.
  • La manos del día, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1968.
  • Comiendo en Hungría, Spagna, Barcellona, Lumen, 1968
  • La copa de sangre, Italia, Alpignano, Tallone, 1969
  • Aùn, Santiago, Nascimento, 1969.
  • Fin de mundo, Santiago, Edición de la Sociedad de Arte Contemporáneo, 1969.
  • Maremoto, Santiago, Sociedad de Arte Contemporáneo, 1970
  • La espada encendida, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1970.
  • Las piedras del cielo, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1970.
  • Geografia infructuosa, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1972.
  • La rosa separada, Francia, Parigi, Editions du dragón, 1972.
  • Incitación al nixonicidio y alabanza de la revolución chilena, Santiago, Empresa Editora Nacional Quimantú, 1973.

[modifica] Postume

  • Libro de las preguntas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974.
  • Jardín de invierno, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974.
  • 2000, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
  • El corazón amarillo, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
  • Elegía, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
  • El mar y las campanas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
  • Defectos escogidos, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
  • Confieso que he vivido. Memorias, Spagna, Barcellona, Seix Barral, 1974
  • Para nacer he nacido, Spagna, Barcellona, Seix Barral, 1977.
  • El río invisible. Poesía y prosa de juventud, Spagna, Barcellona, Seix Barral, 1980

[modifica] Complete

  • Obras completas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1957; 1962, edizione accresciuta e aggiornata; 1968, 2 volumi, edizione aggiornata e corredata da appendici bibliografiche a cura di Hernàn Loyola e Alfonso M. Escudero; 1973, 3 volumi, edizione ulteriormente aggiornata; 2000, 5 volumi: I - De "Crepusculario" a "Las uvas y el viento"; 1923-1954 II - De "Odas elemetales" a "Memorial de Isla Negra", 1654-1964 III - De "Arte de párajos" a "El mar y las campanas" ; 1966-1973 IV - Nerudiana dispersa I; 1915-1964 V - Nerudiana dispersa II; 1922-1973.


[modifica] Altri progetti

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