Prima guerra di indipendenza italiana
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[modifica] Primo conflitto
Nel 1848, a seguito dei moti sviluppatisi a Palermo, Messina e Milano e sull'onda dei movimenti rivoluzionari sviluppati in molte parti d'Europa, si giunse alla Prima guerra di indipendenza dichiarata all'Austria il 23 marzo 1848 da Carlo Alberto di Savoia a capo di un'alleanza del Regno di Sardegna con lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie.
Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini rientrarono in Italia per partecipare alla rivolta, ma la loro accoglienza da parte dei Savoia fu tiepida. La rivolta assunse infatti un carattere per lo più moderato e guidata quindi soprattutto dai governi.
Dopo qualche successo iniziale, con le vittorie di Goito e Peschiera del Garda, il Papa, impaurito da possibili mire espansionistiche del Regno di Sardegna in caso di vittoria e da un possibile scisma dei cattolici austriaci, richiamò le sue truppe. Anche il Regno delle Due Sicilie decise di ritirarsi, ma il generale Guglielmo Pepe si rifiutò di tornare a Napoli e raggiunse Venezia per partecipare alla sua difesa dalla controffensiva austriaca.
In effetti, Ferdinando II di Borbone mutò atteggiamento preoccupato per la piega presa dagli avvenimenti siciliani. Le Reali Truppe avevano mantenuto solo la Piazzaforte di Messina. La Sicilia, resuscitando l'antico Regno (nel 1816 assorbito nella nuova denominazione degli antichi Stati meridionali), aveva inviato una delegazione a Torino per offrire la Corona a un Principe sabaudo. Carlo Alberto, benché l'alleato napoletano fosse per quantità e qualità il principale, mantenne una posizione "attendista" che disgustò profondamente il Borbone.
Gli Italiani furono sconfitti a Custoza (vicino a Verona) e furono infine costretti, il 9 agosto 1848 a firmare l'armistizio di Salasco con l'Austria e ad accettare i confini precedenti alla guerra, come stabiliti nel 1815 dal Congresso di Vienna. Aveva così fine la prima fase moderata del '48 italiano. L'anno successivo sarebbe cominciata l'iniziativa democratica.
[modifica] Secondo conflitto
Nel 1849, il Granduca di Toscana Leopoldo II abbandonò Firenze, che venne retta da un governo provvisorio. A Roma venne proclamata la Repubblica Romana, con la guida di un triumvirato di cui faceva parte anche Giuseppe Mazzini. Carlo Alberto ruppe la tregua con l'Austria, ma venne pesantemente sconfitto a Novara e abdicò in favore di Vittorio Emanuele II.
Roma, difesa da Giuseppe Garibaldi, venne attaccata dalle truppe francesi di Napoleone III, che la circondarono. Alla caduta della Repubblica Romana molti rivoluzionari furono di nuovo costretti all'esilio; Garibaldi nel 1850 trovò riparo a New York presso Antonio Meucci.
Anche la città di Venezia, dopo una lunghissima resistenza, stremata dall'assedio austriaco, dalla fame e da un'epidemia di colera, dovette alla fine arrendersi.