Sinfonia
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La Sinfonia (dal greco σύν = con, insieme, e φωνή = suono) è una forma musicale, il cui termine ebbe in passato un significato assai diverso da quello di uso comune ai giorni nostri.
Oggi per sinfonia si intende un brano composto di più movimenti, articolato secondo una determinata forma.
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[modifica] Cenni storici
[modifica] Antichità e medioevo
Per gli antichi greci la Sinfonia indicava la consonanza perfetta (Sinfonia letteralmente, insieme di suoni), cioè l'ottava. Nel medioevo symphonia fu contrapposto a diaphonia, la prima indicava la consonanza, la seconda la dissonanza.
[modifica] La sinfonia nella storia moderna
Il primo impiego del termine per indicare un brano strumentale risale al XV secolo e trova riscontro in un manoscritto rinvenuto a Lipsia contenente una sinfonia "per tuba ed altri strumenti armonici", ma è dal secolo successivo che il termine inizia ad essere usato frequentemente. In questo periodo Symphonia indica una collezione musicale oppure un genere di composizioni: nel 1589 Symphoniae sono denominati da Luca Marenzio alcuni intermedi strumentali. Sul principio del XVII secolo l'impiego del termine ha ancora un significato vario Sacrae symphoniae sono alcuni componimenti vocali-strumentali di Giovanni Gabrieli ad esempio. In seguito il termine venne impiegato per indicare una composizione introduttiva ad un'altra strumentale oppure ad un lavoro teatrale: in quest'ultimo caso è da ricordare la sinfonia dell'Orfeo di Claudio Monteverdi (1607) sebbene non ci siano riferimenti ad una particolare forma.
Al contrario una forma compiuta giustifica l'impiego del termine nelle sinfonie che aprivano le opere della scuola napoletana, contrapposta a quella francese che obbediva allo schema ideato da Jean-Baptiste Lully adagio-allegro-adagio. La Sinfonia della scuola napoletana, che ebbe rapidamente successo in tutta la penisola, era denominata ouverture dal francese, e traeva la sua codificazione dall'idea di Alessandro Scarlatti che aveva mutato l'ordine dei movimenti in allegro-adagio-allegro.
Nelle composizioni puramente strumentali il termine continuò ad essere usato con un significato diverso: Johann Sebastian Bach denominò Sinfonie le invenzioni a tre voci per clavicembalo (1723) ed anche il preludio della partita in do minore per clavicembalo, nonché alcune introduzioni a cantate.
Sinfonia infine era, a volte, sinonimo di Sonata, in questo caso le tre o quattro parti reali venivano utilizzate da un complesso strumentale più ampio.
[modifica] La nascita della sinfonia
Il termine tecnico di Sinfonia come brano composto di più movimenti, articolato secondo una determinata forma, non si ha che verso la metà del XVIII secolo. I musicologi sono tuttora indecisi sulla paternità della sinfonia la cui storia procede parallelamente a quella della sonata, dalla quale essa trae alcune caratteristiche fondamentali quali la pluralità di tempi ed alcune particolarità del 1° tempo:
- bitematismo;
- divisione tripartita con esposizione, sviluppo e ripresa;
Si può affermare che la sinfonia maturò contemporaneamente in varie parti dell'Europa musicale e che è il frutto di una sintesi nella quale confluiscono diversi elementi dalle origini assai diverse. Un primo segno viene dal trio strumentale che i francesi utilizzarono ampiamente nel corso del 1600, successivamente si possono individuare tra i prototipi delle sinfonie i concertos che sorsero sempre in Francia nel corso del primo quarto del 1700 e che indicavano qualche cosa di diverso rispetto all'italiano concerto ed al tedesco konzert, designando piuttosto una composizione per orchestra senza solisti. Le scuole tedesche, soprattutto Vienna e Mannheim, e quella sassone, introducevano quel principio dinamico del bitematismo che doveva rivelarsi fondamentale nello sviluppo della forma-sonata. In Italia la Sinfonia sembrò trovare una sistemazione più completa e con maggiori possibilità di sviluppo utilizzando quanto si era già fatto in campi analoghi quali concerto o suite. In tal senso la critica ha riconosciuto come creatore della Sinfonia il milanese Giovan Battista Sammartini.
Lo schema della Sinfonia, fino a Mozart, è una composizione suddivisa in tre movimenti, o tempi, ma anche Mozart, nelle sue ultime composizioni, passa ai classici quattro movimenti. Il cosiddetto "Padre della sinfonia", Haydn, le componeva quasi tutte in quattro movimenti. Questa suddivisione resterà, senza sostanziali mutazioni, fino ai giorni nostri. Anche Shostakovich suddividerà, in genere, le sue sinfonie in quattro movimenti, come accade nella celeberrima Settima. Ma non mancano, raramente, sinfonie in cinque tempi. Per esempio, la Sesta di Beethoven (Pastorale), la Terza di Schumann (Renana), la Terza di Chaikovski (Polacca) e anche la Sinfonia Fantastica di Berlioz. Anche Mahler compose sinfonie in cinque movimenti, come ad esempio la Quinta.
Numerose sinfonie hanno anche un titolo, non sempre indicato dal compositore, ma apparso in genere più tardi, ad opera di critici o di amici e seguaci del musicista. Mozart: Praga, Linz, Parigi, Jupiter; Beethoven: Pastorale, Eroica, Corale. Schumann: Primavera, Renana. Schubert: Tragica, la Piccola, la Grande, l'Incompiuta. Ciaikovski: Sogni d'Inverno, Piccola Russia, Polacca, Patetica. Mendelssohn: Scozzese, Italiana, la Riforma. Bruckner: Romantica. Haydn ne ha moltissime con un titolo; possiamo citare: il Miracolo, la Sorpresa, il Distratto, la Gallina, la Pendola, la Funebre, Londra, la Militare, il Colpo di timpano, il Rullo di timpani. Tutti titoli dati (per la verità quasi mai dall'autore) per caratteristiche della composizione, o per particolari legati alla prima esecuzione.
[modifica] La sinfonia classica
[modifica] Haydn
Il grande creatore delle sinfonie però rimane Franz Joseph Haydn, del quale sono arrivati a noi ben 104 componimenti di questo tipo. Attraverso una grandissima progressione di ricerca e perfezionamento, Haydn giunse alla prima definizione della Sinfonia quale forma in quattro movimenti, solitamente allegro in forma sonata, andante o adagio, minuetto e finale (in tempo allegro, spesso in forma di rondò). Il culmine della concezione sinfonica di Haydn si registra nelle ultime dodici sinfonie, dette Sinfonie londinesi perché composte (tra il 1790 ed il 1795) per l'impresario londinese Salomon, ma anche prima di questi componimenti l'autore aveva dato superbi esempi di Sinfonia, talvolta variando lo schema dei movimenti da lui stesso definito. In questo contesto Haydn a volte arricchisce il primo tempo facendolo precedere da una breve introduzione drammatica in tempo lento; l'andante assume a volte forma di variazioni mentre il minuetto contempla due trii con il carattere di musica popolare, ed il finale è un adagio, o assume la forma di un rondò brillante.
Va menzionato che alcuni musicologi ritengono che varie sinfonie attribuite a Haydn siano state composte in realtà da altri autori.
[modifica] Mozart
Anche Wolfgang Amadeus Mozart segue un percorso che dai primi esempi strumentali ibridi lo conduce ad una sistemazione organica e molto espressiva, significativa, culminata nelle ultime Sinfonie (K425, K504, K543, K550, K551) particolarmente impegnative e complesse.
Anche per Mozart è stata recentemente prospettata la possibilità che alcune delle ultime sinfonie siano di altro autore. Quindi cresce anche la complessità della sinfonia, che include anche un maggiore tempo di componimento.
[modifica] Beethoven
Codificata in una forma fissa, la sinfonia trovò subito un capovolgimento sostanziale e formale nell'opera di Ludwig van Beethoven che, primo tra tutti, sostituisce il minuetto con lo scherzo, sempre in tempo ternario ma più rapido.
Beethoven nelle sue nove sinfonie amplia i modelli dei suoi due grandi predecessori. Nel primo tempo la sezione di sviluppo è molto più ampia, la ripresa si presente variata, mentre l'aggiunta di una coda permette di estendere la portata del discorso. L'adagio ha maggior peso e si presenta talora con tecnica compositiva a variazione.
Al di là del loro valore artistico, le sinfonie di Beethoven indicano una nuova strada nell'organizzazione musicale, con l'aggiunta di un'ampia pagina per voci soliste e coro nella nona. In alcune di esse emergono inoltre istanze extramusicali: è il caso della terza sinfonia, concepita nel nome di Napoleone (dedica in seguito cancellata dall'autore), della quinta, il cui incipit vorrebbe rappresentare "il destino che bussa alla porta" o della "Sesta", nota come Sinfonia Pastorale e i cui cinque movimenti portano ciascuno un titolo che evoca situazioni della vita campestre. La Sesta è, fra l'altro, la prima sinfonia concepita in cinque tempi anziché in quattro. Le novità linguistiche introdotte da Beethoven andarono di pari passo allo sviluppo dell'orcherstra sinfonica. All'epoca di Mozart, tali orchestra erano infatti composte da poche decine di strumenti, mentre con la Nona di Beethoven raggiunsero i 100 elementi.
[modifica] Schubert
Il catalogo delle sue sinfonie ne vede 8, ed è proprio nella settima sinfonia, "La Grande", che si vedono i primi segni delle due direttrici romantiche, aspirazione al monumentale, ed espressione dei sentimenti intimi.
[modifica] Il primo Ottocento
Prima della fine del Settecento la sinfonia ricevette altri importanti contributi quali quelli di Etienne Nicholas Mehul, Karl Ditters von Dittersdorf e Ignaz Pleyel, ma soprattutto di Franz Schubert le cui sinfonie costituiscono una importante tappa della formazione del genere, ed in particolar modo le ultime dove Schubert si pose nella scia di Beethoven sia per l'ampiezza delle idee che per la proclamata accentuazione del materiale strumentale. Di Schubert ci rimangono otto sinfonie (fra cui la celebre Sinfonia incompiuta, così detta perché consta di due soli movimenti, pur apparendo in realtà all'ascolto perfettamente compiuta), oltre ad altre tre di cui ci restano alcuni frammenti.
La nona sinfonia di Beethoven doveva costituire per i romantici una pesante novità ed una pietra di paragone costante. Da una parte si scivolò verso la musica a programma, dall'altra si auspicò un certo ritorno al classicismo.
La prima via fu scelta da musicisti come Hector Berlioz (Sinfonia Fantastica, Aroldo in Italia), Franz Liszt ed altri minori. Con queste esperienze si aprì la strada per il poema sinfonico, destinato a godere di grande fortuna nei decenni successivi e sino ai giorni nostri.
La seconda alternativa fu terreno fertile soprattutto per Felix Mendelssohn e Robert Schumann al cui classicismo corrispondono fermenti innovatori che denotano la novità del clima in cui si situa il genere sinfonico.
Spetta tuttavia a Johannes Brahms e Anton Bruckner il merito di aver consolidato il linguaggio sinfonico e di avergli dato l'ultima e più salda giustificazione. Le quattro sinfonie di Brahms sono la rivendicazione di un impegno morale nel panorama romantico, con la loro austerità di linguaggio e la loro purezza di forme. Il rinnovamento formale (evidente soprattutto nella prima) è condotto nel segno di una purezza che non si ritrova negli altri romantici se non appunto in Bruckner, austero quanto e più di Brahms nelle sue nove sinfonie.
La forma sinfonica giunse al massimo sviluppo: i temi principali sono tre, ma ogni movimento si arricchisce di altre idee secondarie: il corale di ottoni interviene frequentemente a rompere l'impeto dinamico, l'adagio è sovente in forma di rondò, il finale si articola come il primo tempo in forma-sonata e talvolta utilizza temi già apparsi nei precedenti movimenti.
Importanti contributi alla storia della sinfonia portarono pure Antonín Dvořák, Čajkovskij, Aleksandr Borodin, Camille Saint-Saens, César Franck, Jean Sibelius. Mentre un posto a parte occupa Gustav Mahler, che amplifica ancora di più l'apparato formale e strumentale delle sinfonie di Bruckner. Voci soliste e cori compaiono in diverse sinfonie mahleriane: la seconda contiene un finale che è un monumentale inno alla Resurrezione; nella terza, in sei tempi, intervengono un contralto solista, un coro femminile ed uno di voci bianche; nell'ottava si intonano il Veni Creator Spiritus e il finale del Faust di Johann Wolfgang Goethe; la nona sinfonia termina con un impressionate adagio, mentre la decima è rimasta incompiuta e comprende solo un adagio iniziale che lo proietta già verso le zone dell'atonalismo (gli altri quattro movimenti rimangono allo stato frammentario e sono stati oggetti di numerosi tentativi di ricostruzione).
[modifica] La sinfonia nella musica contemporanea
La sinfonia è stata coltivata tra i contemporanei con un impegno a volte legato al suo concetto preclassico, a volte come gli ultimi romantici. Fra i compositori contemporanei che hanno composto sinfonie vanno ricordati:
- Arnold Bax
- Hans Werner Henze
- Paul Hindemith
- Gian Francesco Malipiero
- Sergej Prokof'ev
- Edmund Rubbra
- Sergio Rendine
- Dmitrij Šostakovič
- Igor Stravinsky
- Karol Szymanowski
- Arnold Schoenberg
- Ralph Vaughan-Williams
[modifica] La sinfonia nell'opera lirica
Per approfondire, vedi la voce Sinfonia (opera). |