Grumman F4F Wildcat
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Grumman Wildcat F4F-3 | |
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Un Wildcat britannico |
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Descrizione | |
Ruolo | Aereo da caccia imbarcato |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | 2 settembre 1937 |
Entrata in servizio | giugno 1940 |
Costruttore | Grumman |
Esemplari costruiti | 6.000 circa |
Dimensioni | |
Lunghezza | 8,76 m |
Apertura alare | 11,6 m |
Altezza | 3,6 m |
Superficie alare | 24,15 m² |
Pesi | |
A vuoto | 2.423 kg |
Massimo al decollo | 3.6970 kg |
Propulsione | |
Motore | 1 radiale Pratt&Whitney R-1830 9 cilindri turbocompressi |
Potenza | 1.200 CV ciascuno |
Prestazioni | |
Velocità massima | 528 km/h a media quota |
Autonomia | 1.360 km |
Tangenza | 11.400 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 6 da 12,7 mm |
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Progetto:Aviazione |
Il Grumman F4F Wildcat è stato il principale aereo da caccia, solitamente imbarcato sulle portaerei, della marina statunitense durante il 1941 e il 1942, ovvero nel primo anno di partecipazione alla seconda guerra mondiale.
Era il successore nonché discendente dell'F3F, ultimo dei biplani da caccia dell'US Navy e dell'intera aeronautica degli Stati Uniti d'America.
Avrebbe dovuto essere a sua volta un biplano, ma venne modificato sacrificando parte della maneggevolezza per ottenere quella velocità che un biplano non poteva garantire e di cui un intercettore aveva bisogno.
Alcune versioni potenziate dalla General Motors rimasero operative durante il resto del conflitto, soprattutto per missioni di scorta, quando non erano disponibili apparecchi più grandi e avanzati.
Indice |
[modifica] Caratteristiche e sviluppi
Il Wildcat venne progettato attorno alla fine degli anni Trenta, imponendo alla US Navy un salto di qualità nel campo degli aerei imbarcati, e nonostante una forma tozza riusciva a essere abbastanza aerodinamico, grazie soprattutto alla forma della parte posteriore della fusoliera, che si rastremava in maniera netta e rapida, fino ai piani di coda, provocando una considerevole diminuzione della resistenza complessiva del velivolo.
L'ala era in posizione media, di ampia superficie e larga corda. Anche lo spessore relativo era elevato, nonostante che il carrello d'atterraggio, a carreggiata stretta, era interamente sistemato nella fusoliera.
Il velivolo venne originariamente progettato con un'armamento nel muso di due mitragliatrici M2 da 12,7 mm e un motore radiale da 1.050 cavalli, ma fu presto equipaggiato con un motore più potente, da 1.200 CV, che comportò lo spostamento delle armi dal muso alle ali, ora rinforzate, e successivamente rese ripiegabili.
Versioni più recenti, denominate FM2, erano dotate di un motore da 1.350 CV e di bombe da 250 libbre (113 kg) per dare al velivolo capacità di cacciabombardiere.
L'aereo impiegava circa 1 minuto per salire a 1.000 metri, e la picchiata, nelle specifiche dei manuali, era ammessa fino a 650 km/h: tuttavia, il dato era cautelativo, poiché se molti piloti non avessero infranto tale limite non avrebbero potuto inseguire il ben più agile rivale giapponese Mitsubishi A6M Zero).
A fronte di una sacrificata maneggevolezza, il Wildcat non era secondo a nessuno quanto alla propria robustezza strutturale: poteva reggere molti più danni delle sue controparti nemiche ed era in grado di trasportare più armi. Esemplare in tal senso è stata l'esperienza di un giapponese nella battaglia delle Midway, che vuotò i serbatoi delle munizioni del suo Zero su un F4F e non riuscì ad abbatterlo.
[modifica] Impiego operativo
Il caccia entrò in servizio alla metà del 1940 e fu ordinato in 100 esemplari dalla Francia; poiché questa nazione cadde di lì a pochi mesi per mano della Germania Nazista, la consegna fu effettuata alla Gran Bretagna, che li rese operativi nella Fleet Air Arm della Royal Navy col nome di Martlet. Tuttavia il problema che gli inglesi avevano con tali macchine era che esse non erano dotate di ali ripiegabili, che apparvero solo nei modelli successivi (quando l'aereo cominciava ad divenire superato); i Martlet non ottennero così un consenso incondizionato visto che le portaerei inglesi erano assai piccole e poco capienti.
Il 25 dicembre 1940 la prima vittoria fu ottenuta con l'abbattimento di uno Junkers Ju 88 tedesco a largo della base navale di Scapa Flow. I primi combattimenti, sempre sul fronte occidentale, relativi ad aerei in partenza da una nave, avvennero nell'estate del 1941 quando i Martlet decollarono da una delle primissime portaerei di scorta inglesi, l'Audacity, e abbatterono parecchi bombardieri Focke-Wulf Fw 200 Condor in una missione di protezione ad un convoglio che ebbe un considerevole successo.
In seguito uno squadron basato a terra operò nel Mediterraneo, senza ottenere grandi successi, e infine durante le grandi battaglie aeronavali del 1942 gli F4F operarono anche delle portaerei, combattendo accanitamente nelle battaglie di giugno ed agosto, oltre che partecipando all'operazione Torch, che comportò l'invasione del Marocco ed Algeria (sotto amministrazione del ggoverno di Vichy). Qui ebbe lugo una serie di battaglie aeree che videro gli F4F combattere anche i connazionali H-75, con 7 perdite contro 15.
Fu però nell'Pacifico che la macchina ebbe il suo maggiore e più impegnativo impiego: gli statunitensi usarono l'F4F sia a terra (le squadriglie dei Marines) che sulle grandi portaerei (fu la spina dorsale della difesa aerea americana nella Battaglia del Mar dei Coralli, nelle Midway e giocò un ruolo importante nell'offensiva a Guadalcanal), e in seguito sulle piccole portaerei di scorta, per via delle sue dimensioni più contenute rispetto agli altri caccia navali statunitensi. Fu successivamente sostituito dall'F6F Hellcat.
Gli equipaggi dell'F4F dichiararono un totale di 905 abbattimenti contro 178 perdite, a tutto il 1943.
L'ultimo di oltre 6.000 aerei venne consegnato nel 1945.
[modifica] Confronto con lo Zero
La sfida tra questi due caccia, che rappresentavano il meglio dei reparti aerei delle due parti per almeno il primo anno di guerra, venne disputata in numerose occasioni e i due contendenti riportarono onori grossomodo pari.
Il Wildcat era più robusto, sensibilmente corazzato, con un armamento tutto sommato più efficace e leggermente migliore in picchiata. Era di poco meno agile dell'A6M Zero, un po' più lento in salita e in volo orizzontale. Lo zero era forse un po' migliore anche in autonomia, ma resta difficile generalizzare. Il Wildcat poteva disporre di 1.200 cavalli contro i 950 dell'A6M2, e solo con l'A6M3 la potenza giunse quasi ad un rapporto di parità.
Ma nel frattempo, con i nuovi modelli avanzati, il Wildcat aveva ben 1.350 cavalli disponibili. Lo Zero grazie alla sua leggerezza ed aerodinamica era notevolmente efficiente in relazione alla potenza erogata, tanto che la versione originale del caccia della Mitsubishi riusciva a superare in velocità l'aereo americano, nonostante possedesse circa il 20% di potenza in meno.
Quando tale divario venne colmato con velivoli quali l'A6M5, le prestazioni in velocità raggiunsero valori ancora più elevati, distanziando nettamente qualunque F4F sia in salita che in volo orizzontale. Non c'è dubbio che lo Zero fosse una delle macchine più efficienti e capaci di sfruttare la potenza disponibile di tutta la guerra, ed il fatto che l'A6M5 potesse competere persino con il Seafire Mk.I denota chiaramente quanto, nonostante l'eccessiva leggerezza, il velivolo nipponico fosse ottimamente progettato.
[modifica] Versioni
- F4F-2: prototipo, motore da 1.050 cavalli Pratt&Whitney R-1830, due mitragliatrici M2 nel muso
- F4F-3: prima versione di serie, peso di 2.664 kg, motore Wright R-1830 da 1.200 CV e 4 mitragliatrici M2 nelle ali.
- F4F-4/FM-1: motore Wright R-1830 da 1.200 CV, 6 mitragliatrici M2, massa tra i 2.400 e i 3.650 kg. Furono progettate le ali pieghevoli, prima assenti, che aiutarono molto gli aerei di questo modello ad adeguarsi alle piccole portaerei britanniche e alle portaerei di scorta americane.
- FM-2: motore Wright R-1820 da 1.350 CV e 4 mitragliatrici M2, oltre a 227 kg di bombe da 250 libbre.
- F4F-7: ricognitore, con peso al decollo aumentato a 4.684 kg per il carburante aggiuntivo, che consentiva una straordinaria autonomia operativa di 24 ore.
[modifica] Altri progetti
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