Patrizio Sala
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Patrizio Sala (Bellusco, MI, 16 giugno 1955) è stato un giocatore di calcio nel ruolo di mediano.
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[modifica] Carriera
Cresciuto nelle giovanili del Monza disputò due campionati di serie C prima di approdare nel 1975 al Torino seguendo Luigi Radice, suo primo allenatore a Monza e “scopritore”.
Fu infatti Radice, assunto nel Torino al posto di Edmondo Fabbri, a caldeggiarne l’acquisto intuendo nel giovane brianzolo ampi margini di miglioramento.
Arrivato ufficialmente come rincalzo di Roberto Salvadori, lo sostituì in occasione di un incontro di Coppa Italia suscitando immediatamente ampi consensi tanto da ottenere il posto in squadra.
È grazie anche al suo apporto dinamico, unitamente alle intelligenti geometrie di Eraldo Pecci e la sagacia tattica di Renato Zaccarelli, che il Torino poté contare sul miglior centrocampo della Serie A aggiudicandosi così lo storico scudetto 1976.
La grande stagione 1975-76 gli spalancò le porte della nazionale, ma in azzurro ebbe sempre poco spazio, chiuso irrimediabilmente da Romeo Benetti.
Si confermò ancora tra i protagonisti l’anno successivo, quello dello storico duello con la Juventus conclusosi con una volata solitaria a due che premiò i bianconeri per un punto (Juventus 51, Torino 50), per poi pagare il progressivo scardimento della squadra, sempre più lontana dal vertice della classifica e in chiara difficoltà societaria, oltreché alle prese con divergenze nello spogliatoio.
Per esigenze di bilancio venne ceduto alla Sampdoria in Serie B nel 1981. Dopo un peregrinare in Toscana tra Fiorentina (1982-1983) e Pisa (1983-1984) senza trovare una propria identità, l’approdo a Cesena ove militò per quattro anni (dal 1984 al 1988) ambientandosi positivamente e tornando, anche se con la limitazione della non più giovane età, agli standard dei tempi migliori.
Concluse la sua parabola professionistica nel Parma Football Club in serie B.
Appese le scarpe al chiodo ha allenato Biellese, Casale, Pro Patria e le giovanili del Torino
[modifica] Caratteristiche tecniche
Mediano infaticabile, efficace incontrista, era un giocatore più di quantità che di qualità. Ma alle carenze stilistiche sopperiva con un inesauribile lavoro di copertura e di rilancio e la capacità di verticalizzare il gioco, preferibilmente sulla fascia destra. Il suo arrivo a Torino apportò una sostanziale modifica al telaio della squadra.
Con lui in campo in mediana, il titolare Roberto Salvadori si spostò nella posizione di terzino e venne sacrificato alla causa Marino Lombardo, in precedenza detentore della maglia n. 3.
[modifica] Nazionale
Esordì in Nazionale A il 25 settembre 1976 (Italia-Yugoslavia 3-0). Convocato ai Mondiali 1978 in Argentina disputò solo un incontro, peraltro in qualità di titolare per le concomitanti assenze di Romeo Benetti e Marco Tardelli, la finale per il 3° posto persa contro il Brasile (2-1).
Per lui il curriculum azzurro parla di 3 partite in Nazionale Giovanile, 6 con la Nazionale B e 8 nella Nazionale maggiore.
[modifica] Curiosità
Gli fu affibiato il soprannome di "Sventolino"
[modifica] Bibliografia
- Dizionario del Calcio Italiano (M.Sappino – Ed. Baldini & Castaldi)
- Granatissimo – i 35 grandi del Toro (S.Barbero – Graphot Editrice)
- Il ritorno degli dei granata (P.Ferrero – Bradipolibri)