Giancarlo Antognoni
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Antognoni | ||
Dati biografici | ||
Nome | Giancarlo ANTOGNONI | |
Soprannomi | "Antonio" "Il ragazzo che correva guardando le stelle" |
|
Nato | 1 aprile 1954 Marsciano (PG) |
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Paese | Italia | |
Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Federazione | Italia | |
Ruolo | Centrocampista | |
Squadra | Ritirato | |
Carriera | ||
Squadre professionistiche | ||
---|---|---|
1971 | Astimacombi | |
1972-87 | Fiorentina | 341 (61) |
1987-88 | Losanna | |
Nazionale | ||
1974-82 | Italia | 73 (7) |
Statistiche aggiornate al {{{aggiornato}}} |
«Il Ragazzo che gioca guardando le stelle.- Gianni Brera»
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Giancarlo Antognoni (Marsciano, PG, 1 aprile 1954) è stato un famoso calciatore della Fiorentina e della nazionale a cavallo degli anni settanta e ottanta, mentre oggi è un dirigente calcistico.
Indice |
[modifica] Il calciatore
[modifica] Il Calciatore
Centrocampista con compiti di regia Antognoni fu l'idolo indiscusso della Fiorentina. Ambidestro, ampia ed elegante falcata,incedere a testa alta, precisione nel lancio (celeberrimi i suoi cross da venti, trenta metri sui piedi del compagno smarcato) grande visione di gioco, abilità nei calci da fermo (anche se per sua stessa ammissione, con un maggiore allenamento, avrebbe potuto migliorare il suo già valido "score") queste erano le sue caratteristiche principali. Antognoni segnava meno dei "10" classici, tipo Gianni Rivera, ma aveva una caratura atletica superiore, che ne faceva un giocatore di tipo moderno. La sua classe non venne mai messa in discussione all'estero, dove viene annoverato fra i fuoriclasse degli anni settanta, nè da Enzo Bearzot che resistendo a critiche fortissime da parte della stampa (che avrebbe voluto in azzurro Evaristo Beccalossi, Renato Zaccarelli e in seguito Giuseppe Dossena) difese sempre il numero 10 viola affidandogli le chiavi del centrocampo azzurro.
[modifica] La Carriera
La Fiorentina acquistò Antognoni dall'Astimacobi, squadra piemontese di serie D, nel 1972 per una cifra da capogiro (435 milioni dell'epoca). Il presidente viola Ugolino Ugolini riuscì in una vera e propria impresa, dato che il sodalizio astigiano era una società satellite del Torino e che i granata avevano già messo gli occhi sul giovane talento umbro.
L'esordio in Serie A avvenne a Verona, il 15 ottobre 1972, quando Antognoni aveva 18 anni e mezzo. Antognoni scese in campo con una, per lui insolita, maglia numero 7 incantando spettatori e critica ( fu in quell'occasione che Gianni Brera coniò per lui la poetica definizione "Il ragazzo che gioca guardando le stelle"). Niels Liedholm, all'epoca tecnico gigliato, aveva una profonda fiducia nei mezzi del ragazzo e in un'intervista a La Nazione del 16 ottobre 1972, a chi si lanciava in arditi e rischiosi paragoni con Rivera rispose "Speriamo che diventi se stesso, cioè quello che promette di essere".
Negli anni Settanta e per metà degli anni Ottanta "Antonio" (come venne ribattezzato dai tifosi viola), ereditata da Brizi e da Ennio Pellegrini la fascia di capitano, fu il simbolo indiscusso della Fiorentina.
Acquistato assieme ad una sfortunata nidiata di talenti Moreno Roggi, Vincenzo Guerini e Claudio Desolati destinata ad essere il telaio della squadra viola del decennio, ma falcidiata da gravissimi infortuni (Guerini fu costretto a lasciare il calcio a seguito di un incidente automobilistico), Antognoni, si trovò ad essere il leader di squadre volenterose ma povere tecnicamente, che riuscivano ad uscire dalla mediocrità solo grazie alle sue giocate. Fu proprio negli anni Settanta, tuttavia, che Antognoni colse il suo primo ed unico alloro in maglia viola: la coppa Italia conquistata nella finale di Roma vinta 3 a 2 contro il Milan.
Solo a partire dagli anni Ottanta, con l'acquisto della Fiorentina da parte della famiglia Pontello, Antognoni poté mettere il proprio talento al servizio di una compagine all'altezza. Giunsero in viola campioni quali Passarella e Bertoni, Pecci, Oriali e Graziani, giovani promesse quali Massaro e Monelli. Tuttavia fu la fortuna ad accanirsi contro il numero 10 viola, che nel 1981, in uno scontro di gioco con il portiere del Genoa Silvano Martina, riportò una frattura alle ossa craniche, che fece temere per la sua stessa vita. Tre anni dopo fu uno scontro con Luca Pellegrini della Sampdoria a causargli la frattura scomposta di tibia e perone e ad allontanarlo per molti mesi dai campi di gioco. In entrambi i casi la sorte privò la squadra viola dal suo capitano in stagioni in cui questa era competitiva per il titolo nazionale.
Al rientro in campo dopo il secondo infortunio, Antognoni fu al centro di malintesi tattici con il tecnico viola Aldo Agroppi, che gli prefeiva sovente il giovane Onorati. La polemica dilagò a tal punto in città che il tecnico subì un'aggressione da parte di tifosi viola inferociti. Nel 1986-87, assieme a Ramon Diaz, Antognoni, seppur acciaccato, guidò una Fiorentina di giovanissimi (Berti,Di Chiara, Baggio,Gelsi, Rocchigiani) e "vecchie glorie" (Oriali, Gentile, Maldera) e depauperata dei suoi campioni, ad una difficile salvezza in campionato, svezzando la promessa Roberto Baggio e regalando il suo "canto del cigno" con la splendida prestazione offerta nella gara casalinga vinta dai viola contro il Napoli di Maradona, futuro campione d'Italia. Al termine della stagione, dopo 341 incontri e 61 reti, Antognoni lasciò la Fiorentina per accasarsi alla squadra svizzera del Losanna, dove disputò due stagioni, sempre sotto gli occhi di un drappello di tifosi viola che si mobilitava per andare a seguirlo in terra elvetica.
Il 25 aprile 1989 Antognoni lasciò il calcio giocato. Per la gara di addio si stiparono in uno Stadio Comunale di Firenze in rifacimento 35mila tifosi, ai quali Antognoni regalò uno struggente giro di campo.
[modifica] Nazionale
Antognoni ha vestito per 73 volte la maglia della nazionale italiana (7 reti segnate) esordendo il 20 novembre 1974, Olanda - Italia 3-1), e chiudendo a Praga nella partita persa 2-0 contro la Cecoslovacchia il 16 Novembre 1983. Resta a tutt'oggi il giocatore che ha disputato più gare con la maglia azzurra numero 10. La sfortuna, costante della sua carriera di calciatore, segnò il suo rapporto con le rassegne iridate. Nel 1978, in Argentina il suo mondiale venne compromesso dalla tarsalgia. Quattro anni più tardi, in Spagna si laureò campione del mondo giocando un mondiale ad altissimi livelli. Contro il Brasile, disputò probabilmente la sua gara migliore in azzurro, segnando una rete, quella del 4-2, annullata per un fuorigioco inesistente. Un'entrata del polacco Zmuda nella semifinale, lo privò della gioia di scendere in campo nella finale di Madrid.
[modifica] Il dirigente
Rientrato a Firenze Antognoni acettò le offerte della società viola percorrendo la trafila negli incarichi sotto la gestione dei Cecchi Gori, Mario, prima e Vittorio poi, fino a divenire il Direttore Generale, e assumendo assieme a Luciano Chiarugi la responsabilità tecnica della squadra al termine della stagione 1992-93, culminata con la retrocessione dei viola. A lui si debbono scelte di talenti, fra i quali Rui Costa, e di allenatori, quali Alberto Malesani e Fatih Terim. In seguito alla mancata conferma di quest'ultimo e in polemica col presidente presentava le proprie dimissioni nel 2001, sancendo un distacco dal mondo del calcio per dedicarsi ad attività personali.
Dopo un problema di salute superato brillantemente, la federazione nel anno calcistico corrente gli offre un incarico nell' ambito delle nazionali giovanili, attività che attualmente svolge.
1 Zoff · 2 F. Baresi (II) · 3 G. Baresi (I) · 4 Bellugi · 5 Cabrini · 6 Collovati · 7 Gentile · 8 A. Maldera · 9 Scirea · 10 Antognoni · 11 Benetti · 12 I. Bordon · 13 Buriani · 14 Oriali · 15 Tardelli · 16 Zaccarelli · 17 Altobelli · 18 Bettega · 19 Causio · 20 Graziani · 21 Pruzzo · 22 Galli · 23
Commissario Tecnico: Bearzot
1 Zoff · 2 F. Baresi · 3 Bergomi · 4 Cabrini · 5 Collovati · 6 Gentile · 7 Scirea · 8 Vierchowod · 9 Antognoni · 10 Dossena · 11 Marini · 12 I. Bordon · 13 Oriali · 14 Tardelli · 15 Causio · 16 B. Conti · 17 Massaro · 18 Altobelli · 19 Graziani · 20 Rossi · 21 Selvaggi · 22 Galli
Commissario Tecnico: Bearzot
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