Celebrazione Eucaristica
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La Celebrazione Eucaristica o Messa è il rito della Chiesa cattolica, delle chiese Anglicane di tradizione anglo-cattolica e di alcune chiese Luterane in cui si celebra l'Eucaristia.
Nella Chiesa cattolica è costituita da due parti, la Liturgia della Parola e la Liturgia eucaristica; esse sono così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto. Nella Messa viene imbandita tanto la mensa della parola di Dio quanto la mensa del Corpo di Cristo, e i fedeli ne ricevono istruzione e ristoro. Ci sono inoltre alcuni riti che iniziano e altri che concludono la celebrazione.
Indice |
[modifica] Cattolicesimo
[modifica] I riti introduttivi
I riti che precedono la Liturgia della Parola, cioè l'introito, il saluto, l'atto penitenziale, il Kyrie eleison, il Gloria e l'orazione (o colletta), hanno un carattere di inizio, di introduzione e di preparazione. Scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l'Eucaristia.
[modifica] La liturgia della Parola
Nella Liturgia della Parola, Dio parla al suo popolo per mezzo del suo Figlio, Cristo, Parola vivente. Essa è costituita da brani tratti dalla Sacra Scrittura, dall'omelia del celebrante e dalla preghiera dei fedeli. Nelle due letture bibliche (una, nei giorni feriali) e nel salmo Dio parla al popolo, nell'omelia il celebrante spiega ed attualizza la Parola, nella preghiera dei fedeli tale Parola si converte in invocazioni dei figli di Dio
[modifica] La Liturgia Eucaristica
[modifica] La presentazione dei doni (offertorio)
Con la presentazione dei doni si entra nella Liturgia eucaristica. Nella narrazione biblica, vediamo che Gesù "prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati»". (Mt 26,26-28).
La liturgia eucaristica sviluppa queste azioni di Gesù in tre momenti: la presentazione del pane e del vino come doni, la preghiera eucaristica e la comunione.
Lo stesso posizionamento sull'altare del pane e del vino è un gesto simbolico : esprime il dono e la partecipazione dell'assemblea dei fedeli nella presentazione del pane–cibo quotidiano, e del vino-bevanda della festa. Il sacerdote a nome del popolo benedice Dio per questi alimenti fondamentali: "Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna", "Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della vite e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza" (Preghiera alla presentazione dei doni).
Proprio per la loro provenienza, questi alimenti significano il radicamento del culto cristiano nella natura (per l'origine) e nella storia (per il lavoro umano).
Tutte le preghiere eucaristiche in uso configurano una unica azione eucaristica-sacrificale, espressa in parole, gesti e preghiere dal sacerdote; l'assemblea è invitata ad unirsi all'azione del celebrante, in quanto egli dice: "Rendiamo grazie al Signore nostro Dio"; "È cosa buona e giusta" ed attende che essa ratifichi la propria preghiera con l' Amen.
[modifica] La preghiera eucaristica
Essenzialmente, la preghiera eucaristica è così costituita: il prefazio di rendimento di grazie, che si eleva a Dio Padre per l'azione salvifica compiuta dal Figlio, trova conclusione nel canto del "Santo"; con l' epiclesi si ha l'invocazione dello Spirito Santo, affinché il pane e il vino "diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, nostro Signore" (Preghiera eucaristica II); segue il racconto della Cena, nel quale sono ripetute le parole che Gesù disse ai suoi discepoli riuniti la sera "prima di morire per noi sulla croce"; il celebrante ora esclama: "Mistero della fede", cui il popolo risponde con l'acclamazione del ricordo della morte e della risurrezione di Gesù, dopodiché la sua preghiera riprende con il memoriale della risurrezione dai morti del Cristo Crocifisso, l'offerta dei doni consacrati a Dio Padre, l'invocazione dello Spirito sui comunicandi, le intercessioni in favore della Chiesa, del papa e del vescovo della comunità locale, il ricordo di tutti i defunti e la richiesta di "aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi": termina con la dossologia, "per Cristo, con Cristo ed in Cristo", a "Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli", cui l'assemblea si unisce con l' Amen, conclusivo.
[modifica] I riti di Comunione
I riti di comunione hanno inizio con la recita o il canto della preghiera del Signore, il Padre nostro. La sua proclamazione è introdotta da una formula, quasi un "prologo", pronunciata dal sacerdote, che richiama l'importanza di questa preghiera, invita a proferirla con devozione, ricorda che è stata istituita dal Signore stesso. Dopo l'embolismo, che spetta al celebrante, l'assemblea conclude con la dossologia finale: "Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli".
Subito dopo, nel rito romano, lo scambio di un segno di pace fra i celebranti e spesso fra tutti, anche nell'assemblea, trova posto l'invocazione dell'Agnus Dei: "Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace". Questa invocazione ha una forte dimensione eucaristica, perché pronunciata durante i riti della frazione del pane (visibile a tutti) e dell'immistione (una piccola porzione dell'ostia viene posta nel calice: le specie eucaristiche, prima separate, sono ora unite, a significare l'integra presenza di Cristo in esse) e perché riprende il cibarsi dell'agnello nella cena pasquale ebraica accostandolo alla vera cena dell'Agnello, la comunione eucaristica.
Dopo una breve preghiera privata, l'ostensione del pane-corpo di Cristo, e un atto di umiltà, i fedeli si avviano all'altare, solitamente cantando in raccoglimento, ove ricevono (sulla lingua o sul palmo della mano, per propria scelta) il Corpo di Cristo, cibandosene. In circostanze particolari anche i fedeli possono bereal calice, presentato con la formula "il Sangue di Cristo", ma sussistono difficoltà che ne riducono la pratica, spesso limitandola a Messe celebrate in piccole comunità di preghiera. La comunione al sangue di Cristo può però avvenire anche per intinzione: l'ostia è immersa dal ministro della comunione nel calice del vino eucaristico e ricevuta dal fedele solo in bocca. Altre modalità per ricevere il Sangue di Cristo sono con la cannuccia o con il cucchiaino, ammessi solo in casi particolari con l'autorizzazione del Vescovo diocesano.
[modifica] I riti di Conclusione
Nei riti di conclusione il sacerdote, benedice il popolo: se presiede un vescovo la benedizione ha inizio con le parole "Sia benedetto il Nome del Signore" e "Il nostro aiuto é nel nome del Signore", cui l'assemblea risponde opportunamente; quindi il diacono o lo stesso celebrante congeda l'assemblea che esce dalla chiesa per esprimere nella vita il sacramento ricevuto.
[modifica] Protestantesimo
[modifica] Voci correlate
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