Yakovlev Yak-1
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Yakovlev Yak-1 | |
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Yak 1 |
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Descrizione | |
Ruolo | Caccia-bombardiere |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | inizio 1940 |
Entrata in servizio | marzo 1941 |
Costruttore | Yakovlev |
Esemplari costruiti | 8.700 circa |
Dimensioni | |
Lunghezza | 8,47 m |
Apertura alare | 10 m |
Altezza | 2,7 m |
Superficie alare | 17,15 m² |
Pesi | |
A vuoto | 2.350 kg |
Massimo al decollo | 3.000 kg |
Propulsione | |
Motore | Un VK-105 a 12 cilindri |
Potenza | 1.100 CV |
Prestazioni | |
Velocità massima | 500/600 km/h a 0-4.000 m. |
Autonomia | 850 km |
Tangenza | 10.000 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 1 cannone SkhaV, 2 UB da 12,7 mm o 2 x SkhaS da 7,62 mm |
Bombe | fino a 200 kg in due attacchi subalari |
Altro | eventuali 6 razzi RS-82 |
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Progetto:Aviazione |
Lo Yakovlev Yak-1 era il migliore caccia in servizio nella V-VS al tempo dell'invasione da parte tedesca ("operazione Barbarossa") nel 1941, e tale è rimasto per i 12 mesi successivi, combattendo in una situazione strategica disperata, e contribuendo nondimeno ad arginare l'avanzata degli invasori che all'inizio sembrava davvero inarrestabile.
Indice |
[modifica] Storia
Vista la crescente obsolescenza dei propri caccia con motore stellare quali il monoplano I-16 e il biplano I-153, i responsabili della difesa sovietica emisero nel 1939 una specifica per una macchina di nuova generazione, caratterizzata da prestazioni migliorate, anche se non necessariamente più armata ed agile dei precedenti.
Gli uffici di progettazione presentarono 4 modelli, e 3 di essi vennero messi in produzione.
Nell'insieme il migliore si dimostrò quello progettato da Alexander Yakovlev, già progettista di aerei da competizione ed alianti. Il prototipo, denominato I-26, non era né il più veloce né il meglio armato, ma certamente era il più agile ed equilibrato dei tre che passarono alla produzione.
[modifica] Tecnica
[modifica] Struttura
Costruito con una robusta struttura "mista", data da una fusoliera costituita da un traliccio d'acciaio con un rivestimento d'alluminio e ali in legno, questo piccolo caccia beneficiava certamente dell'esperienza del progettista nel costruire macchine da competizione.
Il disegno della fusoliera era molto semplice e pulito, con strutture molto lineari, una coda piuttosto grande e un buon livello di visibilità per l'abitacolo.
L'ala era in una forma intermedia tra quella ellittica e quella trapezoidale, con estremità arrotondate. Non erano alloggiate armi al suo interno, ma il carrello a larga carreggiata.
Generalmente era presente una radio ricetrasmittente, altra innovazione rispetto ai predecessori.
[modifica] Motore
Ai piloti francesi del Normandie-Niemen l'aereo in generale sembrò estremamente "inspirato" al Dewoitine D.520e analogamente a quest'ultimo aveva un motore a cilindri in linea con un cannone calibro 20 mm sparante dal mozzo dell'elica, ma il motore di per sé era molto più potente di quello francese. Esso era davvero di scuola "francese" dal momento che derivava dall'Hispano-Suiza 12Y, e incidentalmente la potenza erogata era quella di cui i D.520 avrebbero avuto bisogno. I radiatori erano sotto il muso e la fusoliera, per l'olio e il liquido rispettivamente.
[modifica] Armamento
Nel muso esisteva lo spazio per due mitragliatrici SkhaS. Sia queste che il cannone SkhaV erano armi di assoluta eccellenza come cadenza di tiro, leggerezza ed altre qualità, benché il peso dei proiettili e la dotazione munizioni (120 colpi da 20 e 750 da 7,62) non fossero totalmente adeguati per valorizzare appieno le loro qualità complessive. Il sistema di puntamento era costituito da un collimatore a riflessione, come le realizzazioni straniere dell'epoca.
Il sistema di mira controllava anche "l'arma segreta" dei caccia sovietici, i razzi RS-82.
[modifica] Operatività
La carriera dello Yak-1 iniziò in salita, dal momento che subito dopo la sua entrata in linea arrivò l'attacco tedesco. Solo una sessantina di macchine erano state consegnate ai reparti per la fine del 1940, ma già la produzione era partita a pieno ritmo per riguadagnare il tempo perduto nei riguardi degli avversari potenziali (la Luftwaffe).
Al momento dell'invasione erano in servizio oltre 300 esemplari, ma non bastarono ad arginare l'attacco tedesco, iniziato con un martellante bombardamento su decine di aeroporti sovietici. I caccia Yakovlev erano tuttavia in grado di combattere almeno alla pari con il Bf 109E, anche se non contro il nuovo "F".
Comunque, erano le uniche macchine in grado di poter superare a bassa quota la maggior parte degli avversari (sopra i 5.000 metri, invece, erano assai vulnerabili a causa della perdita di potenza del motore), e in verità le prestazioni e le caratteristiche erano paragonabili a quelle del Macchi 202, praticamente contemporaneo e un po' meno armato.
Era un velivolo molto robusto, di semplice realizzazione e grande facilità di manutenzione, tutte cose che contavano molto per i sovietici. Gli stabilimenti che producevano tale caccia vennero arretrati di 1.600 km per non essere occupati dai tedeschi, ma anche così la produzione rimase elevata ed entro l'anno pare vi fossero 500 macchine in servizio effettivo.
Nel frattempo alcuni cambiamenti vennero attuati, nei limiti di una macchina priva di sufficienti potenziali di crescita per il motore adottato e la struttura assai pesante (come quella del Macchi, comunque, ma senza bisogno di costruirla solo in metallo). Dopo alcune modifiche "campali" consistenti nel segare il dorso di vari velivoli, venne deciso che anche nella linea di produzione gli aerei avrebbero dovuto essere costruiti con la parte posteriore della fusoliera ribassata, dando vita allo Yak-1M, caratterizzato da una capottina "a goccia", tra i primissimi esempi di questa naturale evoluzione rispetto ai caccia con la fusoliera "a gobba".
Per quanto riguarda le armi, spesso le mitragliatrici leggere erano sostituite da una pesante, consentendo un migliore volume di fuoco. Alla fine della produzione, nel muso esistevano due mitragliatrici UB con 700 colpi complessivi.
Nelle ali erano presenti altri elementi innovativi, i razzi RS-82 (in verità largamente diffusi nella V-VS, ma una novità per le altre aviazioni), i quali vennero impiegati per attacchi al suolo, attacchi ai bombardieri e per quantomeno "spaventare" i caccia. Pesavano 24 chili per cui gli effetti, se colpivano, erano facili da immaginare, ma essi erano piuttosto imprecisi e dovevano essere lanciati a distanze ridotte. Al posto dei 6 razzi vennero in seguito installati degli agganci per due bombe da 50 o 100 chili, meno spettacolari ma forse più efficaci contro obiettivi al suolo (o almeno così si credette).
La mimetizzazione invernale dei caccia russi era praticamente bianca; spesso venivano montati gli sci retrattili, che tuttavia limitavano le prestazioni una volta in volo. Questo faceva sì, assieme ad altri problemi di produzione, che le prestazioni dei caccia russi fossero spesso inferiori ai valori dichiarati, nonostante la piccola differenza tra peso a vuoto e a pieno carico.
D'altra parte, i caccia tedeschi d'inverno erano praticamente bloccati a terra, e forse anche loro avrebbero potuto beneficiare degli sci se ne fossero stati forniti. Tuttavia quando gli scontri avvenivano, li vedevano in sensibile vantaggio rispetto a quanto avrebbe dovuto essere la differenza teorica con gli avversari sovietici.
Ma come sempre, erano i piloti a fare la differenza, e i tedeschi erano usualmente più preparati e con le tattiche migliori. Tra i sovietici, a casua delle perdite, era emersa una tale necessità di piloti che talvolta gli equipaggi dei reparti aerei erano formati da donne, cosa assolutamente senza riscontri nella storia. Si fecero complessivamente valere, nonostante il pesante stress fisico dei combattimenti aerei.
Verso la fine del 1941 veniva iniziata anche la costruzione di un biposto, lo Yak-7, ma i compiti addestrativi di questa macchina vennero presto superati dalle esigenze operative e pertanto, data la sorprendente maneggevolezza dimostrata, ne venne intrapresa la conversione in un vero caccia monoposto, lo Yak-7B, che godeva dei 1.260 cavalli del motore VK-105PF, in luogo dell'originario. Non è chiaro se la trasformazione in macchina "combattente" era dovuta alle necessità oppure se le qualità del mezzo lo consigliarono.
Ben 6.300 Yak-7 vennero prodotti, portando il totale degli Yak di prima generazione a circa 15.000.
Vennero usate in prima linea sia nel modello monoposto che biposto, specialmente questi ultimi in compiti di osservazione aerea.
Sebbene gli Yak-1 vennero superati dai successivi Yak-3 e Yak-9, restarono nel periodo fino al 1943 molto importanti per le missioni da caccia a quote medio-basse.
Inizialmente furono determinanti nel consentire alla V-VS di resistere all'attacco tedesco e poi, oltre a continuare a battersi accanitamente, posero le basi di una dinastia che giunse secondo alcune fonti a ben 37.000 discendenti, persino più numerosi dei Bf 109 e forse degli Ilyushin Il-2.