Integrale
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In analisi matematica l'integrale di una funzione è un operatore matematico che associa alla funzione l'area sottesa dalla funzione rispetto all'ascissa nel caso di una funzione a una variabile. Nel caso di funzioni a più variabili l'integrale calcola l'area, il volume sotteso, ecc a seconda del numero di variabili della funzione da integrare.
[modifica] Cenni storici
L'idea di base del concetto di integrale si trova già in Archimede di Siracusa, vissuto tra il 287 ed il 212 a.C, e precisamente nel metodo da lui usato per il calcolo dell'area del cerchio o del segmento di parabola detto metodo di esaustione.
Nel XVII secolo, vari matematici trovarono altri metodi ingegnosi per calcolare l'area sottesa al grafico di semplici funzioni, ad esempio:
- (Fermat 1636), (Nicolaus Mercator, 1668).
Tutto ciò prima che Newton, Leibniz, Giovanni Bernoulli scoprissero indipendentemente il teorema fondamentale del calcolo integrale che ricondusse tale problema alla ricerca di una primitiva o antiderivata di una funzione.
La definizione di integrale per le funzioni continue in tutto un intervallo, introdotta da Pietro Mengoli ed espressa con maggiore rigore da Cauchy, venne posta su base diversa da Riemann in modo da evitare il concetto di limite e da comprendere più estese classi di funzioni. Ma nel 1875 Gaston Darboux mostrò con un suo celebre teorema che la definizione di Riemann può essere enunciata in maniera del tutto simile a quella di Cauchy, purché si intenda il concetto di limite in modo un po' più generale. Per questo motivo si parla di integrale di Cauchy-Riemann. Tale maggior generalità servì di spunto a Mauro Picone nel 1923 per la definizione del limite d'una variabile detta ordinata.
[modifica] Introduzione euristica
Il problema originario del calcolo integrale è quello di calcolare le aree sottese a porzioni di curve definite in un compatto. L'idea di base consiste nel suddividere in intervalli infinitesimi l'asse delle ascisse, prendere un punto campione in ciascun intervallo e moltiplicarlo per l'immagine di tale punto in modo che tale prodotto restituisca l'area di un rettangolino; a questo punto, per avere un'approssimazione - anche se grossolana - dell'area sottesa ad una porzione di curva basta sommare le aree dei rettangolini costruiti.
In termini più formali suddividiamo il compatto in n intervalli di tipo con e . Prendiamo ora in ciascun intervallo un punto tale che l'immagine di tale punto sull'asse delle ordinate è ; l'area data dalla somma dei rettangolini sottesi alla curva definita nel compatto è data dalla somma (detta di Cauchy-Riemann)
al diminuire dell'ampiezza degli intervalli l'approssimazione tende verso il valore vero dell'area sottesa alla curva definita nel compatto .
L'intera analisi poggia sul fatto che sia il modo di suddividere gli intervalli, sia la scelta dei punti interni a tali intervalli devono risultare irrilevanti, altrimenti si avrebbe che l'area sottesa alla curva in un dato intervallo risulta diversa a seconda delle scelte effettuate in merito alla suddivisione degli intervalli e ai punti interni agli intervalli che sono stati scelti. Tale condizione sussiste in quanto la curva è uniformemente continua all'interno del singolo intervallino in cui è stato suddiviso il compatto.
Infatti, se vale la continuità uniforme, presi due punti e interni all'intervallo , ove e pertanto il numero di tali intervallini (dato che suddividiamo [a,b] in intervalli di ampiezza ) sarà pari ad
le altezza dei relativi rettangoli ed differiranno della quantità . Da ciò discende che, se poniamo come la più grande delle quantità la differenza di valutazione dell'area del generico rettangolino conseguente alla scelta del punto o del punto è al massimo di .
La differenza di valutazione della somma di s rettangolini (in cui ricordiamo che ) è al massimo pari a :
Come è facile notare tale discrepanza di valutazione diminuisce al tendere a zero dell'ampiezza del generico intervalli in cui è suddiviso essendo per ipotesi la funzione uniformemente continua.
[modifica] Integrale di Riemann
Per approfondire, vedi la voce integrale di Riemann. |
Se si suddivide tramite una partizione un compatto in n sottointervalli d'uguale ampiezza , e si sceglie in ogni intervallo un punto arbitrario è possibile confezionare la somma detta somma integrale di Riemann.
Esiste un altro metodo di procedura per la costruzione dell'integrale. Una volta effettuata la partizione il punto non è arbitrario. Vengono definiti due punti:
Questi due punti corrispondono all'ordinata minore nell'intervallo (m_k) e all'ordinata maggiore dell'intervallo (M_K).
Si definisce somma integrale inferiore (relativa alla partizione P):
Ammettendo che f assuma valori positivi nell'intervallo, la s(P) è la somma dei rettangoli inscritti alla regione del piano.
Si definisce somma integrale superiore (relativa alla partizione P):
Analogamente su quanto detto prima, S(P) è la somma delle aree dei rettangoli circoscritti alla regione R.
Lemma: Sia allora per ogni coppia di partizioni P,Q di [a,b] si ha:
.
Siano
partizione di [a,b]
partizione di [a,b]
Dal lemma precedente possiamo dedurre che gli insiemi sono separati cioè:
si ha che .
L'assioma di completezza di R afferma allora che esiste almeno un numero reale tale che:
Se vi è un unico elemento di separazione ξ tra allora si dice che f(x) è integrabile in [a,b] secondo Riemann e l'elemento ξ si indica con:
e si chiama integrale definito di f in [a,b]. I numeri a,b sono detti estremi di integrazione ed f è detta funzione integranda (a primo estremo, b secondo estremo). La variabile di integrazione è una variabile muta cioè ha lo stesso significato , . Il dx è detto differenziale della variabile di integrazione.
[modifica] Definizione
Definizione (Integrale secondo Riemann) - L'integrale di f nell'intervallo chiuso è limitato è il limite per n che tende ad infinito della somma integrale , se tale limite esiste finito e non dipende dalla scelta dei punti :
L'esistenza di un unico elemento separatore tra nella definizione precedente è equivalente a richiedere che:
s(f) = S(f)
in questo caso:
La funzione limitata f(x) è integrabile in [a,b] se e solo se
Se la funzione integrabile f(x) è positiva allora l'integrale assume il significato di area della regione:
.
Se la funzione f cambia segno su [a,b] allora l'integrale rappresenta una somma di aree con segno diverso.
[modifica] Condizione d'integrabilità
La seguente è condizione sufficiente ai fini dell'integrabilità di una funzione
Se la funzione è continua (e quindi continua uniformemente), allora è integrabile.
Per provare ciò si suddivide l'intervallo in n sottointervalli di uguale ampiezza , si sceglie in ogni intervallo un punto interno a e si confeziona la somma integrale
.
Ponendo ed il massimo ed il minimo di in ogni intervallo si costruiscono quindi le somme
Ovviamente si ha che all'aumentare di n diminuisce, mentre cresce. Essendo allora le due successioni monotone, esse ammettono un limite, il quale è finito. Essendo ora , si avrà che
Per il teorema di [[Limite (matematica)#Limite di funzioni da a |esistenza del limite di successioni monotone]] risulta ed , con . All'affinarsi della partizione di risulta . Infatti è possibile fissare un piccolo a piacere ed un numero di suddivisioni della partizione sufficientemente grande da far risultare
Infatti, per la continuità uniforme di f, la differenza minore di , se la distanza dei rispettivi punti di massimo e di minimo è minore di un opportunamente scelto, il quale può essere determinato in dipendenza da . Ovvero per un numero di n suddivisioni abbastanza elevato si ha
.
Essendo la precedente espressione valida anche definitivamente, per il teorema del confronto delle successioni si avrà:
ovvero
da cui, data l'arbitrarietà del fattore risulta che con il passaggio al limite la differenza tra le somme integrali massimante e minimante tende a zero, da cui:
Finalmente essendo , per il teorema del confronto risulta da cui si deduce che se la funzione integranda è continua su un compatto , l'operazione di integrazione non dipende dalla scelta dei punti interni agli intervalli , ovvero la funzione è integrabile.
Non tutte le funzioni limitate sono integrabili.
La continuità è una condizione sufficiente ma non necessaria per l'integrabilità.
[modifica] Proprietà degli integrali
[modifica] Linearità
Siano f e g due funzioni continue definite in un intervallo [a, b] e siano . Allora:
Prova: Dalla definizione si ha che
da cui
dalla proprietà distributiva e dal fatto che il limite della somma coincide con la somma dei limiti si ha
da cui discende la proprietà di linearità
[modifica] Additività
Sia f continua e definita in un intervallo [a, b] e sia . Allora:
Prova: Dalla definizione si ha che
da cui se si ha esistono un valore ed un valore la cui somma è tali che per un affinamento sufficiente della partizione risulti
da cui distribuendo la misura dell'intervallo
In cui e, considerando l'intervallo , l'indice può essere riscritto come in quanto è il valore superiore del primo intervallo della partizione di . Risulta allora ( ricordando che )
da cui discende la proprietà di additività
[modifica] Monotonia (o teorema del confronto)
Siano f e g due funzioni continue definite in un intervallo [a, b] e tali che in [a, b]. Allora
Prova: Infatti se si ha che nel compatto , effettuando una partizione di tale compatto ovviamente la disuguaglianza permane e moltiplicando da ambo i lati per il fattore si ottiene
per ogni .
A questo punto se la relazione è valida per qualsiasi intervallo in cui è suddiviso il compatto vale la seguente
Come conseguenza del corollario del teorema della permanenza del segno dei limiti, applicando il limite alle somme integrali di Riemann (ottenendo quindi l'integrale) la disuguaglianza resta immutata
Da ciò deriva la proprietà di monotonia degli integrali
[modifica] Valore assoluto
(lo si potrebbe considerare come un "corollario" del teorema del Confronto)
Sia f e g integrabile in un intervallo [a, b], allora si ha:
Prova: Essendo valida la relazione per ogni s, è possibile sommare membro a membro le varie componenti della relazione, ottenendo:
.
Moltiplicando ogni membro per il fattore ed applicando il limite in modo da affinare gli intervalli della partizione si ottengono gli integrali
.
ove quest'ultima disuguaglianza può essere espressa in termini di valore assoluto come
la quale è proprio la proprietà del valore assoluto degli integrali.
[modifica] Teorema della media
Per approfondire, vedi la voce Teorema della media integrale. |
Per approfondire, vedi la voce Teorema della media pesata. |
[modifica] Esempio di calcolo di un integrale
Supponiamo di fissare un sistema di riferimento cartesiano attraverso le rette ortogonali ed orientate delle ascisse e delle ordinate. Supponiamo ora che su tale sistema di assi sia definita una retta la cui equazione esplicita è . Si vuole calcolare l'integrale di tale retta definita sul compatto situato sull'asse delle ascisse.
Supponiamo per semplicità che i punti a e b si trovino sul semiasse positivo delle ascisse e siano entrambi positivi.
Allora l'area sottesa alla retta considerata nel compatto è pari all'area di un trapezio che "poggiato" in orizzontale sull'asse delle ascisse è caratterizzato da un'altezza pari a , base maggiore e base minore . L'area di tale figura è data, come noto dalla geometria elementare, dalla formula , ovvero
Nell'ottica di effettuare il calcolo dell'integrale di questa retta definita nel compatto effettuiamo una partizione di tale intervallo, dividendolo in n parti uguali
Nel generico intervallo scegliamo come punto arbitrario il punto più esterno (ma andrebbe bene qualsiasi punto dell'intervallo), considerando la funzione nel generico punto interno all'intervallo .
Si avrà quindi , e la somma integrale di Riemann diventa
nella quale la progressione aritmetica restituisce un'espressione delle somme di Riemann pari a
Per passare dalle somme integrali di Riemann all'integrale vero e proprio è ora necessario, in conformità con la definizione di integrale, il passaggio al limite di suddette somme. Ovvero:
Calcolando il limite per , dato che , s'ottiene
dalla quale, eseguendo la somma si ricava
la quale è esattamente l'area del trapezio costruito dalla retta sul piano insieme all'asse delle ascisse.
[modifica] Calcolo differenziale e calcolo integrale
In questa sezione vengono riportati i due teoremi fondamentali del calcolo integrale i quali, grazie agli studi ed alle intuizioni di Leibniz, Newton, Torricelli e Barrow, stabiliscono l'intima connessione esistente tra calcolo differenziale e calcolo integrale.
Vale il seguente
[modifica] Teorema fondamentale del calcolo integrale
Per approfondire, vedi la voce teorema fondamentale del calcolo integrale. |
Una funzione , continua e derivabile in un intervallo è detta primitiva di f in se:
Questo teorema viene definito teorema di Torricelli.
Questo teorema è il "pilastro portante" dell'analisi integrale in quanto funge da collante tra calcolo differenziale e calcolo integrale, sancendo che un integrale può essere visto sotto forma di funzione e la forma algebrica di tale funzione è tale che la sua derivata coincide con la funzione integrata, a meno di una costante. Infatti esistono infinite funzioni la cui derivata coincide con , e tali funzioni di partenza si differenziano l'una dall'altra per un termine costante. A causa di ciò una particolare forma della funzione la cui derivata è è detta primitiva di
[modifica] Infinite Primitive
Se F'(X) = f(x), allora D(F(X) + c) = f(x) dove c è una qualunque costante in . Quindi se una funzione f(x) ammette primitiva F(x), esiste un'intera classe di primitive del tipo G(x)=F(x)+c, viceversa tutte le primitive di f(x) sono della forma F(x)+c.
[modifica] Dimostrazione
Sia H(x) = F(x) - G(x) e F(x), G(x) sono due primitive di f(x). Per definizione di primitiva effettuiamo il passaggio alla derivata prima:
H'(x) = F'(x) − G'(x)
H'(x) = f(x) − f(x)
Dato che H(x) si mantiene costante su tutto l'intervallo a,b vuol dire che H(x) è uguale a c. Da qui otteniamo la tesi.
[modifica] Condizione sufficiente per l'esistenza di una primitiva
Se f(x) è continua in [a,b] allora f(x) ammette una (e dunque infinite) primitive (primo teorema fondamentale del calcolo integrale).
[modifica] Integrale Indefinito
Il problema inverso a quello della derivazione consiste nella ricerca di tutte le funzioni la cui derivata sia uguale a una funzione assegnata. Questo problema è noto come ricerca delle primitive di una funzione. La totalità delle primitive di una funzione f(x) si chiama intergale indefinito della funzione f(x) e si indica con il simbolo: Che si legge "integrale indefinito della funzione f(x) in dx; f(x) è detta funzione integranda. L'intergazione è quindi il processo inverso alla derivazione. Ogni funzione continua in un intervallo ammette sempre integrale indefinito, ma non è detto che sia derivabile in ogni suo punto.
Sia f una funzione continua in un intervallo [a,b]: l'insieme di tutte le primitive di f in [a,b] si chiama integrale indefinito di f e si indica
mentre la forma funzionale generica (in cui la costante è indefinita) di tale funzione è detta integrale indefinito di e si indica con
dove rappresenta la costante indefinita. Valgono le stesse proprietà dell'integrale definito come linearità ed additività.
Come conseguenza diretta del primo teorema fondamentale del calcolo integrale si ha il seguente
[modifica] Formula fondamentale del calcolo integrale del primo teorema
Se è continua in , ed è una primitiva di in allora
Dimostrazione. Come già notato in precedenza si ha
da cui si ottiene
ossia la tesi.
La precedente è una vera e propria formula di calcolo per gli integrali definiti.
[modifica] Metodi di integrazione
Per approfondire, vedi la voce Metodo di integrazione. |
[modifica] Esempio di calcolo di un integrale (2)
In base alle informazioni fornite dal primo teorema fondamentale del calcolo integrale possiamo effettuare il calcolo di un integrale cercando una funzione la cui derivata coincide con la funzione da derivare. A questo scopo possono essere d'aiuto le tavole d'integrazione.
Così per effettuare il calcolo dell'integrale della funzione vista in precedenza attraverso la ricerca di una primitiva si ricorre alla formula
la cui derivata coincide proprio con .
Prendendo in considerazione la (già esaminata precedentemente) funzione ed integrandola si ottiene
.
Mentre per quanto concerne l'integrale definito nel compatto si ha, in forza del secondo teorema fondamentale del calcolo integrale
esattamente (ovviamente) lo stesso risultato ottenuto in precedenza.
[modifica] Funzione Integrale
Sia f una funzione continua in un intervallo I. Consideriamo l'integrale di f su un intervallo J contenuto in I. Ovviamente al variare dell'intervallo J varia il valore di tale integrale. Se J è l'intervallo che ha un estremo x0 fissato una volta per tutte e l'altro estremo x variabile, l'integrale di f su tale intervallo [x0,x] diventa una funzione di x. Tale funzione si dice funzione integrale di f (chiamata anche integrale di Torricelli), e si indica con:
Si noti che la variabile di integrazione t (variabile muta) ha un nome diverso dalla variabile x, estremo mobile dell'intervallo di integrazione: infatti t varia tra x0 e x.
[modifica] Secondo Teorema fondamentale del calcolo integrale
Sia f continua nell'intervallo [a,b]. La funzione integrale di f è:
è derivabile e la derivata vale:
Cioè la funzione integrale di una funzione continua f(x) è una primitiva di f(x).
[modifica] Formula fondamentale del calcolo integrale del secondo teorema
Sia f una funzione continua su [a,b]. Sia G una primitiva di f. Allora:
Poiché due qualsiasi primitive di f differiscono per una costante additiva la differenza G(b) - G(a) non dipende da quale primitiva si sceglie.
La formula precedente riconduce il calcolo dell'integrale definito a quello dell'integrale indefinito. In questo modo possiamo riformulare i metodi di integrazione.
[modifica] Integrali impropri
Per approfondire, vedi la voce Integrale improprio. |
[modifica] Integrale di Steiltjes
[modifica] Integrale di Lebesgue
Per approfondire, vedi la voce integrale di Lebesgue. |
Esistono diversi modi per definire l'integrale di una funzione. Tra i più importanti, oltre all'integrale di Riemann, sopra riportato, è degna di nota la modalità di definizione nota come integrale di Lebesgue.
La definizione dell'integrale di Lebesgue, al contrario dell'integrale di Riemann, si basa sulla definizione di area (definita in altro modo), o più in generale di misura di una superficie o di un insieme. La definizione di Lebesgue si applica direttamente a funzioni definite in un dominio multidimensionale, mentre la definizione di Riemann vale soltanto per funzioni definite in sottoinsiemi di e soltanto successivamente si estende, in maniera un po' artificiale, a funzioni definite in , , a curve e superfici.
Si dimostra che il risultato ottenuto dall'integrale proprio di Riemann, quando esiste, coincide con l'integrale di Lebesgue. Al contrario esistono casi in cui esiste l'integrale di Lebesgue ma non esiste l'integrale di Riemann.
[modifica] Stima di somme tramite integrale
Un metodo molto semplice e più generale di altri metodi, per ottenere la stima asintotica di una somma è l'approssimzione di una serie tramite il suo integrale.
Sia una funzione monotona non decrescente. Allora per ogni e ogni intero abbiamo
[modifica] Dimostrazione
Se n = a la proprietà è banale. Supponiamo allora . Osserviamo che la funzione è integrabile in ogni intervallo chiuso e limitato di e inoltre per ogni si ha che
Sommando per k = a, a+1, ... n-1 otteniamo dalla prima disuguaglianza
mentre dalla seconda
Aggiungendo ora f(a) e f(n) alle due somme precedenti si ottiene l'enunciato
[modifica] Voci correlate
[modifica] Tavole di integrali
Integrali indefiniti
- di funzioni razionali
- di funzioni irrazionali
- di funzioni trigonometriche
- di funzioni iperboliche
- di funzioni esponenziali
- di funzioni logaritmiche
- di funzioni d'arco
- di funzioni d'area
[modifica] Altre tipologie di integrali
[modifica] Bibliografia
- Giuseppe Scorza Dragoni - Elementi di analisi matematica I,II, III - Padova
- Mauro Picone, Gaetano Fichera - Lezioni di analisi matematica I,II - Roma
- Jean Favard - Cours d'analyse I,II - Parigi
- Federico Cafiero - Misura di integrazione - Roma
- Mauro Picone, Tullio Viola - Lezioni sulla teoria moderna dell'integrazione - Torino
- Henry Lebesgue - Leçons sur integration - Parigi
- Ernesto Cesaro - Elementi di calcolo infinitesimale - Napoli